Pd, l'ombra di Gentiloni sulla testa di Schlein. Flop alle Regionali? Terremoto nel partito

Campo largo addio: il commissario Ue può unire Conte e il centro

Di Alberto Maggi
Elly Schlein Paolo Gentiloni
Politica

Il naufragio del campo largo e la probabile sconfitta 2 a 1 alle prossime elezioni regionali rischiano di costare caro alla leader Dem


L'ombra dell'ormai disoccupato, anche se non ancora ufficialmente, Paolo Gentiloni aleggia sulla testa e sulla poltrona di Elly Schlein. Il clamoroso naufragio del campo largo, ideato e promosso dalla segretaria del Partito Democratico, e la probabile sconfitta 2 a 1 alle prossime elezioni regionali (i sondaggi riservati danno il Centrodestra in testa in Liguria e in Umbria e il Centrosinistra avanti solo in Emilia Romagna) causata proprio dalla lite infinite nelle opposizioni rischiano di costare caro alla leader Dem.

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E' evidente che lei ha vinto il congresso, che in teoria non si terrà fino al 2026. Ma all'interno del principale partito del Centrosinistra il malumore è sempre più forte. E il combinato disposto della fine del progetto campo largo con la probabile vittoria 2 a 1 della maggioranza di governo alle elezioni regionali avrà conseguenze nei Dem. Fonti del Nazareno parlano di luna di miele con Schlein ormai  finita nel dimenticatoio, quella del buon risultato alle elezioni europee, e soprattutto di una gestione che non sa costruire un'alternativa al Centrodestra meloniano.

La sola alleanza Pd, AVS e M5S alla fine si ferma al 38 massimo 40% e, stando così le cose, la leader di Fratelli d'Italia non avrà alcun problema a rivincere le prossime Politiche. Sono questi i ragionamenti che nel Pd fanno pensare a non poche persone che, forse, Gentiloni sarebbe la persona giusta per rilanciare un nuovo Centrosinistra che non sia già sconfitto in partenza.

Non va dimenticato che l'attuale commissario europeo ha ottimi rapporti con Giuseppe Conte con il quale ha gestito insieme il Pnrr quando il leader M5S era a Palazzo Chigi e, all'interno del Pd, Gentiloni ha buoni rapporti sia con l'ala di sinistra (Goffredo Bettini, Roberto Speranza etc...) sia con i moderati e cattolici come Lorenzo Guerini, Dario Franceschini e Stefano Bonaccini. C'è di più.

Gentiloni da premier è stato in strettissimo contatto anche con il centro ormai allo sbando, sia con Carlo Calenda sia con Matteo Renzi (del quale è stato ministro degli Esteri). Non accadrà certo nei prossimi giorni, ma se davvero le cose si mettono male nel Pd in molti scommettono che qualcuno porrà il problema della segretaria e del suo fallimento. Ed è in quel momento che emergerà la figura di Gentiloni.




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