Italexit, Paragone: "Il nome ora rischia di essere anche il nostro limite"

"Pnrr? Mela avvelenata per l'Italia. E anche Meloni se ne renderà conto...". Intervista

Di Alberto Maggi
Gianluigi Paragone
Politica

Paragone: "L'Unione europea vuole trasformare l'Italia, a questo serve il Pnrr. E soprattutto l'Europa non ci ha mai amato"


"Giorgetti è stato ministro del governo Draghi e culturalmente è figlio di Draghi", spiega ad Affaritaliani.it Gianluigi Paragone, leader di Italexit parlando della manovra e del peso dell'Unione europea sulle scelte del governo italiano, nel giorno in cui il ministro dell'Economia è a Bruxelles per l'Ecofin. "La premier Meloni sta cercando di conquistarsi spazi per fare ciò che che ha in testa dialogando con l'Europa. Quindi il ruolo di Meloni è più complesso di quello di Giorgetti. La manovra economica non è un test per valutare la possibilità della premier di mettere a terra ciò che pensa, dopo, nel 2023, capiremo bene come sta andando l'interlocuzione con Bruxelles".

Ma Paragone non ha alcun dubbio: "L'Europa ha sempre cercato di fregare l'Italia e sempre cercherà di fregarla. Il Pnrr è la mela avvelenata che la strega ha dato a Biancaneve. In apparenza la mela era fantastica ma, appunto, era avvelenata. Il Pnrr è un maleficio per il nostro Paese, sono tutti soldi che arrivano da un'entità che non controlliamo e che ci obbligherà a una rincorsa affannosa. Non sono soldi che l'Europa dà gratis all'Italia. L'Unione europea vuole trasformare l'Italia, a questo serve il Pnrr. E soprattutto l'Europa non ha mai amato l'Italia e non vuole assolutamente la crescita del made in Italy. Prima o poi anche Meloni se ne renderà conto. Per questo non deve mai smettere di considerare l'Europa per quella che è: una creatura subdola", conclude Paragone.

Quanto alla situazione interna a Italext, con voci di espulsioni di alcuni dirigenti, Paragone spiega: "Siamo un partito che gira attorno alla mia leadership e i militanti vogliono me leader. Qualcuno rischia di perdere la poltrona dopo le elezioni e fa i capricci. La base non si straccerà le vesti per questi signori", afferma. Cambierete nome? "C'è la consapevolezza da parte mia che Italexit come nome andava bene nella prima fase, ma ora rischia di essere anche il nostro limite. Resta all'articolo 1 dello statuto l'uscita dall'Eurozona e dall'Unione europea. Per l'Italia con Paragone è già il simbolo con il quale ci siamo presentati alle elezioni, si tratta solo di fare un piccolo ritocco. D'altronde tutti i partiti piccoli ormai ruotono attorno ai leader e il 2% preso il 25 settembre è grazie alla mia esposizione mediatica", conclude.

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