Giustizia, Ermini: “Riforma Cartabia accettabile. No a sorteggio nel Csm”

David Ermini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ribadisce la necessità di un intervento riformatore su Csm e ordinamento giudiziario

David ERMINI
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Politica
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"La giustizia dovrebbe uscire dall'agenda delle campagne elettorali. Siamo una democrazia e la democrazia ha bisogno anche di dibattiti aspri ma alla fine una soluzione si deve trovare. Se un processo deve avere tempi brevi non è un fatto ideologico ma tecnico. Su questo i partiti dovrebbero sotterrare l'ascia di guerra e cercare di trovare una soluzione per il bene comune"- così il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura a Mattino 24 su Radio 24, David Ermini, interviene sulla riforma dell'ordinamento giudiziario - aggiungendo- "I referendum vanno bene, ma i tempi si allungano, adesso facciamo le riforme poi se i cittadini vogliono promuovere i referendum va bene ma il Parlamento deve agire".

"Al di là dei temi della Costituzione, che parla di elezione del Csm quindi non si può prescindere dal fatto che sia un rapporto di rappresentanza ed elettivo, c'è anche un problema di punto di riferimento: uno che viene sorteggiato non rende conto a nessuno, non dico che deve rendere conto alle correnti ma ai cittadini, però c'è il rischio che si crei un organo di tipo burocratico", ha sottolineato il vicepresidente del Csm Ermini.  "Io spero nella riforma- ha rivelato Ermini- molti chiedevano di sciogliere il Csm ma senza la riforma si sarebbe sciolto il Consiglio per rifarne un altro identico. Il Parlamento faccia la riforma il prima possibile, è troppo tempo che dovrebbe farla, la faccia velocemente".

"Quella della ministra Cartabia mi sembra una riforma accettabile, spero che il parlamento la approvi. Poi noi abbiamo 6 mesi per adeguare i regolamenti interni", ha spiegato Ermini. "Vorrei essere il vicepresidente di un Csm di transizione - ha sottolineato - da un Csm che non andava bene a un Csm riformato che possa far sì che i cittadini abbiano fiducia nella magistratura".

Quanto alla crisi che ha travolto il Consiglio e l'intera magistratura per effetto del caso Palamara, il vicepresidente della magistratura Ermini ha osservato che "ci si poteva accorgere prima di questa situazione. La magistratura ha avuto il massimo della propria approvazione da parte dei cittadini nel momento in cui la politica era in grande difficoltà, come nel periodo di Tangentopoli, ma ora nella magistratura sono scoppiate bombe le cui micce sono state accese tanto tempo fa".

"E' vero che c'è un consenso interno, perché il Csm come l'Anm sono organi elettivi, ma la fiducia i magistrati la devono avere da 60 milioni di italiani - ha sottolineato - quindi è evidente che c'è bisogno che i magistrati guardino ai cittadini a cui prestano i loro servizi".

La spartizione degli incarichi, per come è emersa in questa crisi, "ritengo sia finita. Il problema non è che permangano le correnti ma che c'è chi le utilizza per andare a pretendere un posto direttivo o un incarico. Il carrierismo, chi si è buttato nelle correnti per ottenere qualcosa, è quello che ha fatto male alla magistratura, questo la magistratura lo ha capito bene, anche perché la stragrande maggioranza dei magistrati è estranea a questo sistema. Questo segnale - ha concluso il vicepresidente del Csm - è arrivato forte. Spero che quello che è accaduto non possa più accadere".