Governi e brocchi, binomio purtroppo inscindibile
Cosa insegna la vicenda Signal? Negli ultimi decenni se il leader - chiunque esso sia - mostra comunque del talento, nelle retrovie giocano ormai spesso dei veri brocchi. Anche in Italia. Il commento
Governi e brocchi, binomio purtroppo inscindibile
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Mi ha fatto molto riflettere questa notizia dell'amministrazione Trump che pare abbia incluso in un gruppo tipo Whatsapp (Signal) un giornalista di The Atlantic. Che poi abbiano parlato di piani segretissimi per bombardare in Medio Oriente, o se invece abbiano aperto un sondaggio su chi preveriva l'hamburger o lo smashburger, è del tutto irrilevante. Mi ha fatto riflettere sul fatto che pure negli Stati Uniti - al netto dei leader che se sono tali un motivo ci sarà - è pieno di gente davvero improbabile in posti di potere. Non sappiamo chi ha fatto la geniale azione di aggiungere il cronista, ma chiunque sia, è evidentemente inadatto a gestire il potere. Perché il potere è prima di tutto disciplina, precisione, lavoro. Il potere è gestito da uomini grigi che circondano il leader sapendo di non essere leader, da gregari che lavorano tutto il giorno e a volte tutta la notte per cucire, per difendere, per portare avanti processi complessissimi che la gente non sa e che non vuole neppure sapere. E' gente che sacrifica la famiglia, che ha il lusso ma non se lo gode, che dopo anni di lavoro oscuro diventa insostituibile, ma che trova solo nel potere la gratificazione.
In Italia molti leader sono circondati da amministratori modesti
Oggi invece, e veniamo all'Italia, ci troviamo in una situazione in cui la classe dirigente è capitanata da leader magari non modesti, ma circondati da persone molto modeste. Il dramma non è neppure nelle prime linee (ma a volte anche là). Il dramma è nelle seconde e terze linee, in quella vastissima fetta degli amministratori del potere, siano essi direttori, dirigenti, funzionari di alto livello, che progressivamente negli anni sono diventati semplicemente scarsi. A livello locale, a livello nazionale, a livello internazionale. Gente che si è accomodata perché la leadership è diventata il gioco di una persona sola che necessariamente non può tenere tutto sotto controllo. E' come se il ceo di una azienda con 2200 miliardi di euro (il Pil dell'Italia nel 2024) dovesse occuparsi di tutto, da come viene fatta la carta intestata alle relazioni esterne, dagli acquisti alle acquisizioni strategiche. Impazzirebbe, e fallirebbe. Il governo di una qualunque cosa, all'Italia e all'estero, dal piccolo Comune alla grande Regione, al Paese nel suo complesso, è un gioco di squadra. Il problema è che negli ultimi decenni se il leader - chiunque esso sia - mostra comunque del talento, nelle retrovie giocano ormai spesso dei veri brocchi.