Governo, Carelli (Ipf): “Conte tenga conto delle aperture di Draghi”

Intervista al dimaiano Emilio Carelli: “Altrimenti vuol dire guardare solo ai sondaggi”. E sul centro: “Dialogo con tutti. Anche con Brugnaro”

di Paola Alagia
Emilio Carelli e Luigi Di Maio
Politica
Condividi su:

Governo, Emilio Carelli (Ipf): L’aria che tira non è delle migliori, ma continuo a confidare che i Cinque stelle si ricredano”

Con il Governo sull’ottovolante, appeso al filo sottile della decisione del M5s sul decreto Aiuti al Senato, il deputato Emilio Carelli, ultima new entry nella formazione di Luigi Di Maio, 'Insieme per il futuro', conserva un briciolo di speranza: “Non sono ottimista – dice ad Affaritaliani.it -, l’aria che tira non è delle migliori, ma continuo a confidare che i Cinque stelle si ricredano”.

Carelli, lei è approdato da poco a Insieme per il futuro. E’ passato dal centro di Coraggio Italia a quello di Di Maio. Ci spiega questo trasloco?
Quando ho sentito Luigi Di Maio annunciare in conferenza stampa la scissione dal M5s mi sono molto riconosciuto nelle sue parole e ho rivisto le motivazioni che avevano spinto me un anno e mezzo fa ad uscire dal Movimento. In questo lasso di tempo, inoltre, il mio rapporto con Di Maio non è mai venuto meno, ci siamo sentiti spesso, il legame c’è sempre stato. Ma nella mia decisione hanno pesato soprattutto l’atteggiamento costruttivo tenuto dal ministro nei confronti del Governo e la sua linea atlantista ed europeista. Posizioni nelle quali mi sono riconosciuto. In sintesi, ho trovato questo progetto politico serio e credibile.

Perché non ha puntato su Conte che sta tornando alle origini, e quindi a quell’impostazione che ha spinto lei come tanti altri ad avvicinarsi al Movimento, e ha deciso di avvicinarsi a Di Maio, il cui progetto è ancora pieno di incognite?
È vero che è un progetto da costruire, ma il bello è proprio questo. Nella mia esperienza personale mi sono divertito in tante start-up e adesso ritrovarmi in una sorta di nuova start-up lo trovo stimolante. Ma al di là di questo, la verità, ribadisco, è che considero Ipf un progetto politico serio, mentre Giuseppe Conte in questo momento sta dando spazio e voce ai più barricaderi, a quelli del no a tutto.

Non crede che proprio la scissione di Di Maio abbia, anziché stabilizzare, destabilizzato il quadro?
No, assolutamente no. Io penso che la scissione parta proprio da una mancata condivisione della linea politica del leader M5s. Da mesi c’era una dicotomia tra i due, con Di Maio che sostiene la linea del Governo e di Draghi e Conte che continua a metterla in crisi.

Oggi anche Salvini dice che senza il M5s rimane solo la strada delle elezioni. E prima di lui è stato Draghi stesso a sostenerlo. Lei condivide?
Noi come Insieme per futuro auspichiamo che il Movimento continui a restare nel Governo, che ci sia tempo fino all’ultimo momento per ricredersi. Anche perché la conseguenza vera sarebbe che il M5s eventualmente dovrebbe trarne le dovute conseguenze. E cioè ritirare i ministri. A questo punto il Governo avrebbe ugualmente i numeri in Parlamento per continuare. Verrebbe meno, però, quell’alleanza di unità nazionale su cui è nato l’esecutivo. Vorrei aggiungere una riflessione.

Prego.
E’ vero che Draghi ha annunciato che senza il M5s il Governo non esiste. Io però presterei attenzione a quanto il premier ha detto nella conferenza di ieri. Abbiamo visto un Draghi che, pur mostrando fermezza, ha dimostrato anche molta sensibilità sociale, accogliendo diverse istanze, dal precariato al salario minimo, che poi sono le richieste avanzate da Conte. In sostanza, una prima risposta proprio alle questioni sollevate dal leader del Movimento. Ecco perché dico che, secondo me, Conte dovrebbe tenerne conto.

Altrimenti?
Altrimenti vuol dire che c’è una determinazione a uscire, probabilmente cedendo alla tentazione dei sondaggi.  

Come finirà, secondo lei?
In cuor mio spero che i Cinque stelle si ricredano, però non sono ottimista. L’aria che tira non è buona.

Vede le urne all’orizzonte?
Secondo me Mattarella non intende sciogliere le Camere. Si cercherà di arrivare a fine legislatura, viste le scadenze importanti che ci attendono.

Con o senza Draghi?
Io spero con Draghi.

Insieme per il futuro ha bisogno di tempo. Ammetterà che una crisi di governo complicherebbe il percorso del vostro progetto.
E’ vero che il progetto è embrionale, ma noi stiamo lavorando di gran lena per costruire carta dei valori e programma, ma soprattutto per radicarci sui territori. Al di là del lavoro in Parlamento, infatti, sarà importante far conoscere agli elettori la proposta di Insieme per il futuro.

Un voto anticipato, però, sarebbe un ostacolo per voi.
Se ci fossero elezioni anticipate è evidente che avremmo meno tempo per radicare la nostra iniziativa sul territorio. Ma il nostro obiettivo comunque non cambia.

A proposito di territori, a parte il sindaco di Milano Beppe Sala, con chi sono in corso interlocuzioni?
Abbiamo ricevuto richieste e proposte da sindaci di piccoli e medi comuni. E anche da consiglieri comunali. La partenza ci sembra buona, ma i nomi li riveleremo al momento opportuno proprio perché ci sono delle interlocuzioni in corso. Quello che posso dire adesso è che il mood è molto positivo e che c’è una grande aspettativa.

Sarà inevitabile dialogare anche con Calenda e Renzi. Come pensate di riuscirci, visto che, per esempio, il leader di Azione ha già eretto un muro?
A me spiace che Calenda abbia eretto muri, noi siamo disponibili al dialogo con tutti. Se poi Calenda vorrà continuare ad alzare barriere, non possiamo farci nulla.

Con Coraggio Italia come vi siete lasciati?
I rapporti sono cordiali, ho ringraziato Brugnaro del percorso politico che abbiamo fatto insieme. Ritengo che Coraggio Italia avrà un buon successo politico e in futuro anche una stretta collaborazione con noi.

Anche se Brugnaro guarda di più al centrodestra?
Ma noi stiamo costruendo un grande centro per cui rimaniamo aperti al confronto con tutti.