Draghi resta e si vota a giugno 2023. Chi vince e chi perde. I numeri

Salgono Pd e FdI, giù la Lega. Tonfo M5S superato da Forza Italia

Di Alberto Maggi
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Politica
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Centro stimato al 10% e area del dissenso di Rizzo entra in Parlamento


Situazione cristallizzata. Tutto fermo. Salvo colpi di scena, né Giuseppe Conte né Matteo Salvini staccheranno la spina all'esecutivo di larghe intese. E, quindi, seppur con un cammino non facile e contraddistinto da continue polemiche, si voterà per le elezioni politiche, come vuole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non prima di maggio/giugno del prossimo anno.

Una situazione di questo tipo, spiega ad Affaritaliani.it il sondaggista Alessandro Amadori, continuerà a premiare il Partito Democratico e Fratelli d'Italia penalizzando invece la Lega e soprattutto il Movimento 5 Stelle. "L'ultima rilevazione dell'Istituto Piepoli dà il Pd al 21,5%, FdI al 22, la Lega al 15 e il M5S al 12 dopo l'uscita di Luigi Di Maio". Con una situazione di governo di unità nazionale cristallizzata fino alle elezioni, "il Pd potrebbe crescere fino al 23%, non molto. Il grosso da Enrico Letta è già stato fatto, più o meno tornerebbe sui valori di Pierluigi Bersani. Fratelli d'Italia, invece, potrebbe arrivare fino al 24%, anche se buona parte del consenso dalla Lega è già arrivato". Proprio per questo motivo, "la Lega non dovrebbe scendere sotto il 13%. A essere fortemente penalizzato potrebbe essere soprattutto il Movimento 5 Stelle che potrebbe finire sotto la soglia del 10%".

Per quanto riguarda gli altri partiti, spiega Amadori, "Forza Italia potrebbe arrivare intorno al 10% e potenzialmente superare i 5 Stelle". Un centro che raggruppi molti soggetti - da Luigi Di Maio al sindaco di Milano Beppe Sala, fino a Matteo Renzi e a Carlo Calenda "potrebbe valere anch'esso circa il 10%, anche se potenzialmente il bacino è del 15%. Ma non è detto che riesca ad aggregarsi completamente". Infine l'area del dissenso che sta nascendo proprio in questi giorni con il cartello "Uniti per la Costituzione", e del quale una delle formazione principali è il Partito Comunista di Marco Rizzo, "ha come valore potenziale alle prossime elezioni il 5% (la Francia insegna) e quindi entrerebbe nel prossimo Parlamento".