Governo, le "bizze" di Crosetto non piacciono a Meloni: diserta i Cdm. E guai a entrare nel suo ufficio col telefono

Il ministro della Difesa non si fida più di nessuno dopo il caso dossieraggio. "Assente in almeno dieci riunioni"

di redazione politica
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Crosetto è un caso, non partecipa più ai Cdm. Pesa la questione del dossieraggio

Guido Crosetto non partecipa più ai Consigli dei Ministri, ne avrebbe saltati almeno dieci. Queste assenze del ministro della Difesa non sono passate inosservate. Qualcuno ha quindi deciso di chiedere conto direttamente alla premier Meloni. Ricevendo una risposta - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - che ha confermato il problema: "Per i ministri venire in Consiglio è un dovere. Dopodiché si va avanti lo stesso. Il governo non si ferma perché qualcuno fa le bizze". I possibili motivi di queste assenze si concentrano sul "conflitto" tra il ministro e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sull’operato dei servizi. Materiale incandescente che aveva prodotto tensioni nei giorni di fine estate, quando — nel pieno del caso di dossieraggio che ha colpito anche il rappresentante della Difesa — erano diventate di dominio pubblico le critiche di Crosetto verso i vertici dell’Aise, contenute nell’esposto presentato alla Procura di Perugia.

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In quel passaggio si erano avvertiti sinistri scricchiolii nel rapporto tra Crosetto e Meloni per via di una frase - prosegue Il Corriere - che il ministro aveva lasciato trapelare: "Se Meloni non mi vuole, lascio". Oggi Crosetto verrà ascoltato dal Copasir proprio sulla questione dei dossieraggi. Dopo varie denunce presentate sarà "felice" di fornire la sua valutazione dei fatti al Comitato per la sicurezza della Repubblica. Il ministro sembra proprio non fidarsi più di nessuno, un altro segnale arriva dal suo comportamento quando riceve qualcuno nel suo ufficio.

"Prego, entra pure, - direbbe Crosetto e lo riporta Il Foglio - ma lascia il telefono fuori dalla mia stanza". A Palazzo Baracchini, sede del ministero della Difesa, questa gentile richiesta di Guido Crosetto ormai è una consuetudine. Con garbo e fermezza chiede a chiunque lo vada a trovare, da lui convocato, di non portarsi dietro alcun dispositivo prima di mettersi seduto nel suo ufficio. Il ministro teme di essere registrato e dunque spiato. Ha paura, è lecito immaginare, che un suo commento o una sua conversazione possa finire nelle mani sbagliate.

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