Governo, Lega contro Lollobrigida, Urso e Abodi. Meloni non molla. Inside

Salvini sogna l'Agricoltura con Zaia o Centinaio, ma la premier non molla il cognato

Di Alberto Maggi
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Politica

Ipotesi Zaia ministro del Made in Italy con Urso commissario europeo

 

Le gravi crisi economiche che stanno colpendo duramente l'Italia e alcuni dei suoi settori chiave hanno anche un risvolto politico. Il caso Stellantis con la cassa integrazione a Mirafiori e le minacce di Carlos Tavares al governo, il caos sull'ex Ilva ancora in alto mare e la potestà dei trattori che non si placa e che potrebbe esplodere clamorosamente sul palco del Festival di Sanremo mettono nel mirino della Lega - secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti ai massimi livelli del Carroccio - due ministri chiave di Fratelli d'Italia.

Uno è addirittura il cognato della premier Giorgia Meloni, ovvero Francesco Lollobrigida, marito della sorella Arianna. Per il partito di Matteo Salvini, che per bocca dell'ex ministro Gianmarco Centinaio ieri ha spiegato che "il governo può fare di più" giudicando l'"amica" di Meloni, Ursula von der Leyen, "non credibile" (malgrado le timide apertura di Bruxelles agli agricoltori), Lollobrigida non sta facendo abbastanza per difendere i piccoli imprenditori agricoli. Non si vede. Non propone. Non lotta contro le "assurde" regole dell'Unione europea.

Fratelli d'Italia e Meloni hanno voluto fortemente il dicastero delle Politiche Agricole, forti di un legame in particolare con la Coldiretti, ma ora la Lega sta cercando di insidiare in vista delle elezioni europee il potere di FdI e del "cognato d'Italia". D'altronde il bacino elettorale di coltivatori e allevatori viene stimato in circa 4 milioni di voti. Ad esempio il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, ha presentato una proposta (un emendamento al Milleproroghe) per reintrodurre la sospensione dell'Irpef agricola ma dal partito della premier e dal ministro competente per ora non sono arrivate aperture, benché la misura costi solo 200 milioni di euro. Anzi, sottolineano dal Carroccio, Meloni si è intestata come una sua vittoria le piccole aperture dell'Ue.

L'altro ministro di FdI nel mirino è, come detto, Urso. "Su Stellantis ha proposto l'ingresso dello Stato, che non esiste, costa 4 miliardi di euro e sia noi che Forza Italia siamo nettamente contrari. Sull'ex Ilva caos totale e assenza di strategie e di visione", spiega una fonte della Lega. Per quanto riguarda il ministro dello Sport Andrea Abodi il malessere è legato alle polemiche molto forti di Matteo Salvini e della Lega contro il presidente della Figc Gabriele Gravina, che però è stato difeso dal titolare del dicastero (considerato un tecnico vicino a Fratelli d'Italia). Non solo, scontro con Salvini anche sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina e su altri provvedimenti legati allo Sport.

Il sogno della Lega sarebbe quello di riprendersi il ministero dell'Agricoltura, o con Luca Zaia o con Centinaio, ma è quasi impossibile che Meloni sacrifichi Lollobrigida (salvo colpi di scena alle elezioni europee). L'obiettivo ora potrebbe essere quello di cercare di arrivare intorno al 12% l'8-9 giugno, con una netta crescita rispetto alle elezioni politiche per poi chiedere la guida del ministero del Made in Italy (probabilmente con Zaia visto che l'ok al terzo mandato per i governatori è difficile) con Urso spedito a Bruxelles a fare il commissario europeo.