Governo Meloni, dal voto di fiducia alla manovra: gli ultimi step

Compiuti tutti i passi formali, ora mancano solo alcune ultime tappe per dare il via ufficiale alle attività del nuovo governo

Politica

Governo, quasi fatta per il governo Meloni. Prossimo step: il voto di fiducia di Camera e Senato

 

Giuramento fatto, passaggio delle consegne a Palazzo Chigi con la cerimonia della campanella tra il premier uscente Mario Draghi e la nuova presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avvenuto. Infine, prima riunione del Consiglio dei ministri. Il nuovo governo sta compiendo tutti i passi formali, istituzionali e procedurali richiesti. Ora mancano ancora solo alcune ultime tappe per tagliare il traguardo dell'avvio ordinario dell'attività dell'esecutivo, che è già nel pieno delle sue funzioni, e quindi del Parlamento. Una serie di passaggi che dovrebbero concludersi nei primi dieci giorni di novembre.

Fiducia del Parlamento

Il primo appuntamento da segnare in agenda è il voto di fiducia che Camera e Senato esprimeranno al premier e alla sua squadra che si svolgerà domani, nell'Aula della Camera, a partire dalle 11. Alle 12 circa la seduta sarà sospesa per consentire alla premier di depositare il discorso al Senato. Alle 13 riprenderà la seduta dell'Aula con la discussione generale che proseguirà fino alle 17. Le repliche di Meloni sono previste tra le 17 e le 17,30. Dalle 17,30 e fino alle 19 si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. Infine, la 'chiama' avrà inizio dalle 19. L'esito del voto di fiducia è atteso intorno alle 20-20,30. E' il timing della fiducia al governo, stabilito dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio per la giornata di domani, martedì 25 ottobre.

Viceministri e sottosegretari

Incassata la fiducia del Parlamento, per il governo si apre la partita sui cosiddetti “sottoincarichi”. Meloni dovrà completare la squadra di governo con la nomina dei viceministri e sottosegretari. Figure e ruoli determinanti per la quotidiana attività del governo, soprattutto nel rapporti di collegamento con il Parlamento.ì

Sono in primis i sottosegretari, ma anche i viceministri, infatti, a occuparsi dei vari dossier di competenza nelle commissioni e in Aula e a fare appunto da raccordo tra Palazzo Chigi e le Camere. Infine, la partita sui sottosegretari e viceministri, da sempre, svolge anche una funzione politica di 'compensazione' per chi attendeva un incarico di governo ma la cui aspirazione è rimasta disattesa, ma è utile anche come ultimo “bilanciamento” degli equilibri interni alla maggioranza. Questo dossier dovrebbe essere ultimato i primi di novembre, anche se potrebbe protrarsi anche qualche giorno in più.

Commissioni

Non c'è ancora una data ufficiale per la prima convocazione delle commissioni parlamentari di garanzia, quelle permanenti e, a seguire, le bicamerali. In base ai regolamenti di Camera e Senato sta ai presidenti stabilire la prima convocazione, in occasione della quale ciascuna commissione procede alla costituzione attraverso l'elezione dell'ufficio di presidenza composto di un presidente, di due vicepresidenti e di due segretari.

Anche in questo caso entrano in gioco aspetti politici e numerici per la maggioranza di governo. Di norma si procede raggiungendo un'intesa anche con le opposizioni per la guida delle commissioni di garanzia che spetta alle forze di minoranza (Giunta per le immunitàCopasir e Vigilanza Rai).

Tra le prime ipotesi circolate, si parla del 7 novembre come data di prima convocazione. Ma anche in questo caso l'avvio potrebbe slittare di qualche giorno.

In attesa che si compiano tutti gli ultimi passaggi, è intanto stata istituita alla Camera la commissione Speciale che dovrà esaminare il decreto Aiuti ter, per poi mandarlo in Aula e quindi licenziarlo per il Senato. La prima seduta è convocata per lunedì 24 alle ore 17. La commissione è composta da 35 deputati designati dai gruppi in proporzione alla loro consistenza numerica. Cesserà nelle sue funzioni una volta terminato l'iter del provvedimento.

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