Meloni festeggia due anni di governo, dalla promozione di Fitch e S&P a Fitto in Europa: il bilancio
Il 22 ottobre di due anni fa, il governo meloni giurava al Quirinale e cominciava la sua avventura alla guida del paese. Il bilancio
Il bilancio dopo due anni di governo Meloni
Il 22 ottobre di due anni fa, il governo meloni giurava al Quirinale e cominciava la sua avventura alla guida del paese. Sono stati certamente due anni difficili, sia sul piano interno ma soprattutto su quello internazionale. È tempo di bilanci per il primo governo guidato da una donna, che è già diventato il settimo più longevo, superando il Prodi bis in questa particolare graduatoria.
Forse Giorgia Meloni avrebbe voluto festeggiare questo genetliaco, senza la coda polemica della decisione del tribunale di Roma, che ha intimato il ritorno immediato in Italia dei primi migranti irregolari trasferiti in Albania, secondo quelli che sono i dettami dell'accordo stipulato con il premier Rama un anno fa. L’episodio è certamente importante perché rappresenta il tentativo della magistratura di sconfessare in un certo senso, quello che invece viene considerato in Europa come un modello da seguire, e rappresenta plasticamente il percorso fatto dalla premier a livello internazionale. Appena arrivata a Palazzo Chigi, infatti, in Europa e non solo, c’era curiosità ma anche un pizzico di preoccupazione nel capire se e come una leader di centro destra come lei si sarebbe mossa sul palcoscenico internazionale. Dopo due anni, la sua autorevolezza e quella del paese sono certamente accresciute, sia per il suo fiero sostegno all'Ucraina, sia per il suo atteggiamento dialogante ma allo stesso fermo su determinate convinzioni con l’Europa.
Proprio le sue politiche sui migranti hanno certamente contribuito a dare una sveglia ad un Europa fino ad ora troppo apatico verso la questione della immigrazione irregolare. Gli accordi stipulati con i paesi terzi hanno contribuito ad un drastico calo di oltre il 60% degli sbarchi di clandestini in Italia, a fronte invece di un aumento considerevole degli stessi in Spagna e Grecia. Ecco perché la decisione del tribunale di Roma è sembrata alla maggioranza come un vero e proprio attacco politico all’azione del governo, anche perché si basa su una sentenza della corte europea, che espressamente demanda ai governi nazionali l’onere di decidere quali possano essere considerati gli Stati sicuri dove poter effettuare i rimpatri. Ma il percorso di questi due anni del governo non si può certo misurare solo sulla gestione dei flussi migratori, questione delicatissima e su cui i governi da soli possono comunque fare relativamente poco. Il capitolo economia è certamente quello che forse potrebbe essere la migliore cartina tornasole per giudicare questi due anni di governo del centrodestra. E i risultati raccontano inequivocabilmente una situazione migliore rispetto a quella di due anni.
Innanzitutto, sul lavoro, mai così tanti occupati (24 milioni) + 834.000 nuovi posti di lavoro che portano il tasso di occupazione al 62,3%. Poi ci sono i dati sul Pil, che seppur non entusiasmanti (non poteva essere altrimenti francamente visto la situazione congiunturale generale) ma certamente meglio della media Ue e meglio soprattutto di Francia e Germania. E proprio nei giorni scorsi è arrivata la promozione di Fitch e S&P sue delle principali agenzie di rating, che hanno confermato il rating, ma una delle due, Fitch, ha migliorato l’outlook. S&P non ha cambiato né voto né outlook ma ha parlato di “prospettive di crescita del Pil italiano rosee “. Secondo l’agenzia statunitense tra il 2024 e il 2025 l’economia dovrebbe espandersi dell’1%. Standard & Poor ha spiegato che sull’aumento del debito pesano principalmente aggiustamenti legati al Superbonus. Viene però rilevata una traiettoria di miglioramento, Lo spread è 100 punti base inferiore, rispetto ad ottobre di due anni fa. Milano è la migliore borsa europea, in termini di performance. Certo si dirà che su questi dati hanno influito, in una certa misura gli abbondanti fondi del Pnrr. Ma tutti sanno le difficoltà che questo paese ha sempre avuto nello spendere i soldi europei.
E quindi anche il fatto che questa volta il contributo dei fondi del piano di resilienza e resistenza abbiano portato benefici all’economia. Va annoverato tra i meriti da ascrivere al governo e nello specifico all’eccezionale lavoro fatto da Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei con delega al pnrr, e ora fresco di nomina a commissario alla coesione. Poi ci sono i dati sulle entrate con 24.7 miliardi di euro recuperati dall’evasione, che smontano, in un certo senso, la narrazione delle opposizioni e di parte della stampa, che parla di un governo di centrodestra indulgente verso chi evade il fisco.
Insomma, senza scendere troppo in ulteriori numeri e dettagli, si potrebbe chiosare che il governo Meloni ha certamente, usando una metafora calcistica, completamente smentito i pronostici della vigilia, assumendo con impegno e responsabilità il gravoso impegno chiamato a svolgere, senza sacrificare l’interesse del paese sull’altare del facile consenso (basti pensare alla questione delle accise, solo per fare un esempio). Certo non tutto è andato per il verso giusto, ma certamente il bilancio alla fine appare positivo nei numeri e nei risultati raggiunti.
Prova ne è che il consenso del partito della premier, dopo due anni è addirittura cresciuto e questo in Italia può a ben ragione essere definito quasi un record. Ma al di là di questo, adesso come si dice anche nello sport, comincia il difficile e da qui alla fine della legislatura, il governo, dovrebbe riuscire a fare quelle riforme che mancano da decenni a questo paese e che potranno finalmente dare quella spinta duratura alla crescita e allo sviluppo del paese. Solo allora si potrà davvero dire se il governo, come la premier spesso ama dire, avrà fatto la storia di questo paese.