Governo, triplo schiaffo preventivo di Draghi a Salvini. INSIDE
Che cosa c'è dietro i temi caldi Green Pass, RdC e migranti
Triplo schiaffo (non casuale) di Mario Draghi alla Lega: Green Pass, reddito di cittadinanza e migranti. Tre sberle che fanno male. Raccontano in Parlamento che Matteo Salvini, visto il semestre bianco che impedisce di andare alle elezioni anticipate fino a dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, avrebbe voluto alzare i toni all'interno del governo, battere i pugni sul tavolo e tornare a spingere sui temi identitari. L'obiettivo del segretario del Carroccio, ovviamente, tentare di recuperare i voti e lo spazio politico persi nei confronti di Fratelli d'Italia e di Giorgia Meloni.
La voce, spiegano fonti sia di Centrodestra sia di Centrosinistra, sarebbe arrivata a Palazzo Chigi e il premier, contrariato, ha deciso di rispondere in modo secco, netto e perentorio per spegnere il possibile "incendio leghista". Green Pass molto duro, sicuramente non gradito in Via Bellerio soprattutto su scuola e trasporti, difesa a spada tratta del reddito di cittadinanza tanto caro ai 5 Stelle e che la Lega vorrebbe smontare, nemmeno una parola sui continui sbarchi di migranti in Italia che agitano il Carroccio. Il tutto mentre si va verso la fine di Quota 100 e ancora non è chiaro che cosa accadrà dal primo gennaio 2022 sul capitolo pensioni. Nella Lega le voci più duri e radicali come quelle di Claudio Borghi e Armando Siri sono uscite allo scoperto attaccando soprattutto sul Decreto che introduce le regole del Green Pass.
Peccato che quel Decreto sia stato approvato in Consiglio dei ministri anche dai tre rappresentanti leghisti, Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani. In Fratelli d'Italia, dove il ritornello in queste ore rivolto a Salvini e ai leghisti è "ve l'avevamo detto", al momento preferiscono non affondare il colpo per non essere tacciati di speculare sulle sconfitte del Carroccio per conquistare nuovi voti e salire ulteriormente nei sondaggi. Ma è evidente che in FdI sono sempre più convinti che il presidente del Consiglio penda nettamente verso il Centrosinistra, il Pd e in parte anche il M5S (nonostante lo schiaffo sulla riforma Cartabia, poi leggermente corretto da Conte). Altro che Draghi premier del Centrodestra, sorridono con ironia da FdI e con malinconia dalla Lega.