Green Pass, Hoara Borselli: "Non creiamo cittadini di serie A e B"

Hoara Borselli a tutto campo ad Affaritaliani.it. "Sostengo i referendum, invito a firmare"

di Mirko Crocoli
Politica
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Hoara Borselli, all’apice e nel momento più brillante e fruttuoso della sua carriera, dopo vent’anni di show business decide di lasciare il palcoscenico a beneficio della sua più atavica passione: la politica! Oggi la ritroviamo in veste di giornalista (collabora con il Secolo d’Italia) ed apprezzata quanto “scomoda” opinionista, spesso ospite di trasmissioni di punta in prima serata del palinsesto televisivo che trattano temi di attualità e soprattutto di “cosa” pubblica; da “Non è l’Arena” di Massimo Giletti a “Quarta Repubblica” di Nicola Porro, da “Fuori dal Coro” di Mario Giordano a “Zona Bianca” di Giuseppe Brindisi e “Mattino cinque” di Francesco Vecchi. Scelta dal leader della Lega Matteo Salvini per presentare a Roma la prima manifestazione nazionale sulle riaperture, spesso critica con le scelte dei precedenti governi Conte I e II, ha preso – in diverse occasioni – ufficialmente posizioni forti e non proprio in linea con l’establishment nostrano ed europeo su: politiche migratorie, Covid-19, ddl Zan, riforma della giustizia, patrimoniale etc. etc. etc. Ripercorriamo ora con lei alcuni momenti chiave e cerchiamo di entrare ancora più in profondità su alcuni delicati aspetti che stanno tenendo alta l’attenzione degli italiani in questa seconda estate di pandemia globale.             

 

D. 2020, Covid-19. Fulmine a ciel sereno per tutti. Come ha vissuto l’anno di lockdown e cosa ne pensa del green pass ormai – de facto – praticamente obbligatorio? Ci dica il suo punto di vista.


 

R. L'anno appena trascorso come quello precedente, ci ha portato a vivere un'irrealtà' in cui sono cambiate la nostre percezioni di vita, le abitudini in quello che è diventato un adattamento forzato a ciò che era la nostra esistenza pre Covid. Un passaggio non semplice sia a livello sociale ed economico che ha fortemente provato la nostra nazione. Io stessa sto ancora cercando di capire, pormi delle questioni su quello che stiamo attraversando con questo virus, però nella maniera più ottimistica possibile, la ripartenza e le riaperture in questo senso hanno dato nuova linfa. Sul Greenpass, da vaccinata quale sono, credo si debba fare una seria riflessione. Sono prima di tutto per la libertà di scelta e non l’obbligo, non mi piacciono le imposizioni. Il Greenpass rischia di creare ghettizzazioni inopportune, pensiamo al caso delle scuole dove già i presidi dicono “bambini vaccinati in presenza, quelli no in DAD”. Il lasciapassare può essere uno strumento utile in alcune situazioni come i grandi eventi ma attenzione a non creare disparità tra cittadini di seria A e B. Piuttosto sarebbe importante una comunicazione corretta e chiara verso le persone scettiche, non contrarie al vaccino ma che non sanno come porsi. In questo non si è stati efficaci per niente e il terrorismo mediatico ha lasciato ancora più incertezze.

 

D. Quest’ultima risposta ci collega al suo attuale impegno da giornalista (Secolo d’Italia) ed opinionista per alcune trasmissioni di punta che trattano temi di politica, attualità e cronaca: Non è l’Arena, Quarta Repubblica, Fuori dal Coro e Mattino Cinque. Come sopraggiunge la nuova passione per la “cosa” pubblica e l’ambiente politico?

R. Come le dicevo in precedenza, la mia passione politica aspettava solo l’occasione per vedere la luce e non rimanere nel mio cassetto segreto. La coltivavo da sempre dentro di me e vedevo come un sogno poter scrivere per un quotidiano. Quando poi ho capito che le maggiori trasmissioni politiche si stavano interessando a me coinvolgendomi con assiduità, mi sono detta  che un’opportunità simile avrei dovuto ripagarla con maggiore impegno, studio e dedizione di quello che già ci stavo segretamente dedicando. L’informazione e la politica occupano totalmente le mie giornate, amo ciò che faccio e non nego che l’emozione del mio primo articolo firmato sul Secolo sarà annoverata come una delle più forti della mia vita. 

 

D. Lei è una donna dichiaratamente di destra e lo rivendica con orgoglio?

R. Sono di destra e lo rivendico con grande orgoglio. Nella destra riconosco ciò che per me è un valore primario: la libertà e il fortissimo senso di patriottismo che sento appartenermi. Non ho mai nascosto la mia ideologia e ho deciso fin da subito di stringere un patto di lealtà e chiarezza con chi mi ascolta e mi legge.

D. Progetti alle porte per il futuro? Sempre giornalismo e? Radio, Tv… ?

R. Mediaset mi ha fatto sapere che vuole continuare questo reciproco rapporto lavorativo nelle trasmissioni di informazione, e continuerò a scrivere per il Secolo d’Italia. Quindi si va avanti per questa strada, passo dopo passo per aggiungere tasselli di esperienza sul campo

 

D. Allora proviamo ad entrare nei contenuti di alcune ultime vicende di attualità e politica. Ad esempio "Tabacci-Arcuri". Azzardato per Draghi tirare nuovamente dentro l’ex commissario?

Draghi ha rimosso Arcuri e al suo posto ha scelto il generale Figliuolo. Non parlerei di azzardo di Draghi, quanto di mosse non illuminanti di Tabacci che dopo aver ripescato la Fornero come consulente, sulla previdenza a Palazzo Chigi ha riesumato Arcuri riassegnando all’ex Commissario Covid un ruolo che sembra una barzelletta: dovrà aiutare il Premier ed i ministri a spendere bene ed evitare sprechi. Un ossimoro per uno dei protagonisti nella disastrosa gestione della pandemia. 

 

D. Hoara, l'Italia nello scacchiere europeo ed internazionale. C'è oggi più forza di contrattazione a Bruxelles rispetto ai governi Conte 1 e 2 o siamo sempre in bassa classifica quando si tratta di competere con le altre nazioni?


 

R. Rispetto ai governi Conte 1 e 2 abbiamo una figura centrale, Draghi, la cui autorevolezza è fondamentale in Europa. Questo ci mette in una posizione privilegiata come detto da Sanchez premier spagnolo durante il Foro di dialogo italo-spagnolo a Barcellona: “Per me è un immenso piacere poter condividere questa platea con un maestro come Mario Draghi. Quando al Consiglio europeo il presidente Draghi parla, tutti stiamo in silenzio e ascoltiamo. E non è una cosa che succede spesso”. Un altro attestato di stima che evidenzia lo spessore del nostro Premier e quindi ci fa ben sperare per una maggiore credibilità e contrattazione in Europa sui temi più caldi.

 

D. Previsioni sugli esiti delle imminenti amministrative e sulle future politiche del 2023? Il centrodestra unito, dai sondaggi, sembra tenere un buon passo. Centro sinistra e M5S potranno invertire la rotta nei prossimi mesi?

R. Le amministrative che si terranno a breve daranno un segnale di ciò che gli italiani vogliono, potendo finalmente scegliere e votare. Sicuramente in questo caso non entra in gioco solo l’appartenenza politica ma anche la buona gestione di un territorio. Realtà come la stessa Roma meritano un cambiamento e un ritorno alla vita per la bellezza di ciò che rappresentano. Sull’intenzione di voto, il centrodestra ha una forte linea identitaria che sta  emergendo  anche dai sondaggi. Le altre compagini: la sinistra la vedo più impegnata nella sue battaglie ideologiche concentrate sulle minoranze piuttosto che capire i reali bisogni degli italiani, mentre il M5S lo vedo ancora debole e frammentario soprattutto dopo gli ultimi dissidi interni. Il Centro esiste ancora? Piccola provocazione ma non lo trovo determinante nelle frange che ne sono rimaste.

D. Come vede l'attuale situazione magistratura? C'è il referendum in corso. Trova giusta una riforma del potere giudiziario? Tanto più dopo lo scandalo Palamara (e non solo). C'è necessità a suo avviso di fare un po' di chiarezza in quel comparto?

R. Per quando riguarda la giustizia credo fermamente in una riforma del potere giudiziario e tempi più rapidi. Sono una sostenitrice del referendum giustizia promosso dalla Lega e radicali  ed invito ancora oggi le persone che vogliono che qualcosa possa cambiare  a firmare. Possiamo essere gli artefici del cambiamento non perdiamo tempo e dimostriamo che possiamo fare qualcosa di importante per il nostro sistema giudiziario. La commistione magistratura-politica, da sempre esistita e palesata nel libro di Sallusti e Palamara ha solo messo nero su bianco ciò che era a mio avviso evidente.

Questa riforma sta mettendo fortemente in conflitto le nostre forze al governo, un nodo difficilissimo da sbrogliare. Ci sono punti di divergenza difficili da far collimare.

Vedremo se i compromessi che si raggiungeranno ci porteranno a quella svolta necessaria a risolvere almeno i problemi sui tempi dei processi visto che siamo il Paese con la durata dei processi civili maggiore nell’Unione Europea preceduti solo dalla Grecia. Questo non è più ammissibile.

 

D. Politiche migratorie. Cosa non va e cosa, secondo lei, andrebbe rivisto e in maniera anche rapida?

R. Le politiche migratorie vanno riviste, ravvedo un assoluto immobilismo della Lamorgese  per quanto riguarda il problema migranti. Lampedusa in questi giorni è di nuovo al collasso ma non si sentono dichiarazioni del ministro dell’interno. Puntualmente però, ad esempio, le stesse comunicazioni arrivano quando si parla di italiani che vogliono manifestare per diritto puntuali arrivano le sanzioni. Paesi europei e perfino gli Stati Uniti a trazione sicuramente non sovranista hanno palesato una prova muscolare nella difesa dei propri confini,  una presa di posizione necessaria rispetto ad un’emergenza che sommata all’emergenza sanitaria in corso andava affrontata con determinazione. In questo noi siamo fermi, più timorosi di tradire quel patto di tacito buonismo siglato con l’elettorato di sinistra che risolvere una problematica evidente.

 

D. LGBD e  ddl Zan. Cosa non funziona in questo decreto?

R. Siamo tutti per i diritti e le libertà come ho accennato all’inizio di questa intervista ma ci sono dei punti di questa legge che vanno rivisti. Tra questi la libertà di espressione citata nell’art. 4 e la possibilità di poter dire una frase giudicata ‘non opportuna‘ dal giudice di turno e per questo rischiare sanzioni importanti come il carcere. Una deriva pericolosa. Un altro punto su questo tema su cui dissento è il gender nelle scuole. I ragazzi devono essere lasciati al di fuori da questo indottrinamento, quando saranno adulti sceglieranno ciò che credono, liberi. Abbiamo tolto l’educazione sessuale e civica e vogliamo mettere quella gender? Che senso ha! Se non a creare ancora più confusione. L’educazione e il rispetto devono essere alla base della persona ed è importante che in questo ci sia la famiglia prima di tutto.

 

 

D. Si avvicina la "partita" del Quirinale. Chi vede sul Colle? Se la sente di fare dei pronostici?

R. La partita del Colle è molto complicata, nessun pronostico, seguiamo gli avvenimenti che porteranno a capire i nodi che si scioglieranno attorno a quel nome.

 

 

D. Mascherine poco protettive, monopattini, banchi a rotelle, quest'ultimi costati 100 milioni di euro allo Stato e oggi da buttare. Tuttavia poco o nulla si dice. Siamo sicuri Borselli che va tutto bene in questa Italia?

R. Non va tutto bene. Quando sento parlare che sono stati stanziati altri sei milioni per materiale scolastico e banchi a rotelle rabbrividisco. Nessun intervento è stato fatto su trasporti e classi pollaio ma investimenti inutili che non hanno scongiurato la Dad ai nostri ragazzi minacciati, a distanza di un anno e mezzo, di doverla ripetere nonostante i vaccini e i mesi a disposizione per evitarlo. Nel pieno della pandemia sentir parlare di monopattini l’ho ritenuto surreale, una totale dissociazione dai problemi reali. Paradossale sentir parlare di soldi che venivano sperperati per tutto senza essere canalizzati nei comparti che realmente ne avevano necessità.