Grillo bastona l'ex pupillo Di Maio: "Vive dentro a un bidone di petrolio"

Anche Renzi infierisce sull'inviato speciale nel Golfo

Di Giuseppe Vatinno
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Politica

Il fondatore dei Cinque Stelle bastona l’ex pupillo e lo fa nero

 

Vi ricordate tutta la vicenda surreale di Luigi Di Maio ministro degli Esteri e pure del Lavoro che poi si attaccò come una cozza sugli scogli a Bruno Tabacci per non tornare -dissero i giornali- a fare il bibitaro allo stadio San Paolo di Napoli, ora Maradona?

Ebbene alle scorse elezioni politiche finì male per l’ex ragazzo prodigio di Avellino che finì fuori dal Parlamento e da tutto e già mestamente stava rimettendosi alla ricerca di Caffè Borghetti e bibite quando fu salvato dall’Unione europea in persona che lo volle “inviato speciale nel golfo”, che sembra un titolo di un film sugli 007 ed invece è purtroppo l’incredibile realtà.

Ma quando Giggino fu creato missionario Ue per l’Energia la situazione era abbastanza stabile invece adesso è scoppiata una guerra che rischia di deflagrare in un terzo conflitto mondiale e noi abbiamo come rappresentante proprio l’ex Cinque Stelle.

Grillo sa che è tutta colpa sue e deve essere stato preso da una sorta di rimorso per gli sbagli fatti.

Dopo le asprezze dell’abbandono, Grillo lo definì “Giggino ‘a cartelletta”, i due sembravano essersi poi ravvicinati nel tentativo di mettere in difficoltà Giuseppe Conte che li aveva fregati entrambi.

Ora da Milano, in occasione della sua terza tappa del tour “Io sono un altro”, si concentra sull’ ex figlioccio e lo concia per le feste lasciando da parte, questa volta, Conte. Ubi (di)maior minor cessat, avrà pensato il comico.

Ma cosa dice Grillo dell’”inviato speciale”, dello special one, della politica europea?

"Solo il nome mi inquieta un po’. Era politicamente il più bravo di tutti (pensa gli altri, ndr). Ministro del Lavoro, ministro degli Esteri, ora è un diplomatico. Vive dentro a un bidone di petrolio e, quando si abbassa il prezzo, esce".

Ma Di Maio non è solo l’obiettivo di Grillo, c’è anche Matteo Renzi, nemico storico del campano:

"Quando è partita l'aggressione criminale di Putin all'Ucraina abbiamo detto che era giusto mandare le armi e sanzionare la Russia ma contemporaneamente l'Europa doveva fare un inviato speciale, e io proposi Merkel e Blair, per parlare con Putin e Zelensky per chiudere la partita".

Ma il punto ora non è la ormai “vecchia” guerra in Ucraina ma la “nuova” in Palestina.

E così l’ex premier si interroga:

"Lo stesso vale in Medio Oriente, dove l'inviato speciale dell'Unione europea è Luigi Di Maio: con tutto il rispetto per lui, chi volete che segua quello che dice lui?".

Ed in effetti questa volta Renzi non ha torto ma non bisogna affatto dimenticare che la causa di questo è proprio Beppe Grillo che ora fa lo scaricabarile con tutti. È stata colpa sua se ha portato al potere una classe politica impreparata che ha, tra l’altro, prodotto una voragine nei conti pubblici dello Stato che ci segnerà per decenni in cambio di voti per il suo Movimento.

E questa volta il giochetto di buttarla in comicità non lo deve salvare, come è già successo in passato.