I tagli del governo colpiranno i comuni. Meno servizi e più tasse locali

Che cosa c'è dietro alle parole di Giorgia Meloni passate inosservate. Inside

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti
Politica

Tagliando le risorse ai comuni il risultato sarà un incremento della pressione fiscale comunale

 

Nelle more della lunghissima conferenza stampa di ieri di Giorgia Meloni, tutta in difesa e con tanto di siparietto pausa-pipì, a molti è sfuggita una frase molto importante e che avrà effetti devastanti, potenzialmente, per i cittadini. D'altronde l'attenzione era tutta per il caso Pozzolo, Anas-Verdini-Salvini e i dossier europei. Ma la presidente del Consiglio ha affermato: "Non sono per aumentare le tasse, se devo lavorare, lavoro sul tema del taglio della spesa, lo abbiamo fatto con questa legge di bilancio. Vediamo quale sarà l'evoluzione di quest'anno, confido che lungo questo anno si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse che libererebbe diverse risorse sul debito italiano".

Queste parole in risposta a una domanda su come ri-finanzierà il taglio del cuneo fiscale per il 2025 per i redditi medio-bassi che costa circa 10 miliardi di euro. Non solo, ci sarà anche da mettere mano di nuovo al sistema previdenziale per evitare il ritorno alla Legge Fornero dopo il rinnovo di Quota 103 con forti penalizzazioni. Fonti della maggioranza spiegano che, salvo miracoli da parte della Bce di una forte riduzione dei tassi di interessi che facciano calare il debito pubblico (al momento ipotesi lontanissima), restano solo i tagli alla spesa.

Ma dove esattamente? La sanità, già al collasso non si può certo toccare. Anzi, semmai andrebbero fatti nuovi investimenti anche per evitare la fuga di medici e infermieri all'estero. Anche sul comparto scuola la sforbiciata è impossibile visto che le risorse sono già ridotte all'osso. Ovviamente Fratelli d'Italia e la Lega non intendendono toccare il settore della sicurezza, punto chiave dell'azione politica del Centrodestra. E anche sulla Difesa non si può agire essendoci impegni con la Nato e avendo Meloni, da presidente del G7, confermato il totale sostegno anche militare all'Ucraina di Zelensky.

Quindi? Semplice. Non restano che gli enti locali. Non tanto le regioni, visto che il biennio 2024-2025 vedrà probabilmente l'attuazione dell'autonomia, ma a essere colpiti duramente - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - saranno i trasferimenti di risorse ai comuni, sia alle grandi città sia a quelli medio-piccoli. "Inevitabile", spiegano fonti qualificate. E questo comporterà per i cittadini un taglio di moltissimi servizi come ad esempio gli asili nido e le materne comunali, il trasporto locale, la manutenzione delle strade e tutti quei compiti che fanno capo alle amministrazioni comunali.

Non solo, anche se Meloni ha affermato di non voler alzare le tasse, tagliando le risorse ai comuni il risultato sarà un incremento della pressione fiscale comunale, quindi l'aliquota per i lavoratori dipendenti, le tasse per i commercianti e anche altre imposte come quelle sui rifiuti. Insomma, la coperta è corta. Anzi, cortissima. E non potendo fare deficit, salvo miracoli improbabili dalla Bce, la mazzata si abbatterà sui comuni e poi sui cittadini. Ovviamente nessuno nel Centrodestra lo dirà prima delle elezioni europee. 

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