Il guanto di Landini è l’altra faccia del populismo. Lo sciopero di venerdì? Un momento di festa, nemmeno troppo partecipato
Landini vive nel Paese che ha il più basso livello di disoccupazione da decenni, con una economia che non brilla ma che va pur sempre meglio che nell’acclamata Germania, ma cerca di convincerci ogni giorno che siamo allo sbando
Il guanto di Landini è l’altra faccia populismo
Dopo le scatolette di tonno che i 5 Stelle avrebbero dovuto aprire, ora ci riprova Landini proclamando che rivolterà il paese come un guanto. Il testimone del populismo in Italia sta passando di mano, dai 5 Stelle (che ormai si sono persi nelle quisquiglie legali contro il loro padre fondatore) al principale sindacato Italiano capeggiato dall’ineffabile Landini. La Lega invece fa una partita tutta sua, è oltre il populismo siamo all’ignorantismo senza confini (si veda la performance di Salvini alla presentazione del libro di Vespa nel confronto con Calenda). Ma torniamo a Landini che incarna alla perfezione i panni del profeta di sventure che non si avverano mai e che vive una realtà parallela.
Landini vive nel Paese che ha il più basso livello di disoccupazione da decenni, con una economia che non brilla ma che va pur sempre meglio che nell’acclamata Germania, ma cerca di convincerci ogni giorno che siamo allo sbando. Sta con i ceti deboli ma ha avallato i vari superbonus di cui hanno beneficiato i ricchi. Dopo il covid ha presentato scenari nefasti con lo stop al divieto dei licenziamenti ignorando un rimbalzo assai prevedibile dell’economia che non produsse, infatti, nessun licenziamento di massa. Continua a parlare solo di provvedimenti di spesa ignorando che il vero problema dell’Italia è il debito, una maggiore spesa la si può correlare solo ad un recupero della produttività, una parola che lui proprio non conosce.
Landini è simpatico, sono convito che creda in quello che dice, però rappresenta il tipico caso di chi si fa travolgere dalle emozioni quando invece dovrebbe partire dai numeri aggregati che spesso dicono il contrario di quello che professa. Lo sciopero di ieri? Un momento di festa, nemmeno troppo partecipato. Landini torni alle contrattazioni collettive, puntando su quelle aziendali, oppure si candidi in politica, sarebbe tutto più coerente.