Il pasticcio Sangiuliano-Boccia una grana per Meloni: irresponsabilità, confusione, imbarazzo e qualche bugia nella vicenda dell’incarico ministeriale
Tutta la questione su cui si dibatte accanitamente in questi giorni sulla vicenda Sangiuliano-Boccia si riconduce sostanzialmente a un problema di etica
Il pasticcio Sangiuliano-Boccia
Cerchiamo di riepilogare e ragionare sulla movimentata vicenda Sangiuliano-Boccia. Una giovane professionista, estranea alla pubblica amministrazione, dichiara esplicitamente di essere destinataria di un incarico di esperto ricevuto da un ministro della Repubblica, nell’ambito dello staff di diretta collaborazione del Ministero della Cultura. Come funzionano questi tipi di rapporti? I signori ministri, nell’assumere la carica, costituiscono uffici di supporto e di propria fiducia. Lo stabilisce l’articolo 14, comma 2 del decreto legislativo 165/2001: “Il Ministro si avvale di uffici di diretta collaborazione, aventi esclusive competenze di supporto e di raccordo con l'amministrazione”.
Di questi uffici possono far parte “dipendenti pubblici anche in posizione di aspettativa, fuori ruolo o comando; collaboratori assunti con contratti a tempo determinato disciplinati dalle norme di diritto privato; esperti e consulenti per particolari professionalità e specializzazioni con incarichi di collaborazione coordinata e continuativa”.
Il personale degli uffici di diretta collaborazione decade con la fine del mandato del ministro. Insomma, la buona vecchia regola del concorso pubblico per accedere alla P.A., sancita dall’articolo 97 della Costituzione, è stata con questa legge superata almeno per questo tipo di incarichi rivolti a collaboratori a tempo determinato, esperti e consulenti, come per tante figure dirigenziali, spesso coperte da privati cittadini che non sono mai passati per le prove selettive dei concorsi. Una cosa va detta al riguardo: la nostra bella Carta costituzionale ci ricorda che i pubblici uffici sono organizzati “in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. È una riflessione da fare, di fronte alla disinvoltura con cui Presidenti, ministri, sottosegretari, sindaci, eccetera dispensano incarichi ad amici e amici degli amici.
Ma torniamo alla nostra coppia del Ministero della Cultura. La signora Boccia annuncia di essere consulente del ministro per i grandi eventi, o qualcosa del genere. Ed è dimostrato da decine di foto, documenti ed e-mail che la signora si muove disinvoltamente in giro per l’Italia, spesso insieme allo stesso ministro, vantando questo ruolo di particolare fiducia affidatole dall’amministrazione.
Senonché a un certo punto di questa calda estate il ministero si sveglia e smentisce che la signora Boccia sia titolare di un incarico. Ma no, sostiene l’interessata, il ministro ha firmato, l’incarico deve essere solo formalizzato. Niente affatto, controbatte il ministro, l’incarico è revocato (allora c’era!) e comunque il ministero non ha mai speso un euro per la presunta consulente, il denaro del contribuente non è stato sperperato.
Questo il ping pong delle dichiarazioni. Ma… c’è un ma: accertato che la signora Boccia ha partecipato a diverse riunioni su e giù per lo Stivale, annunciando (o millantando?) incarichi altisonanti, come si sarebbe spostata nelle ridenti località frequentate, visto che dichiara di non aver mai sostenuto alcuna spesa di tasca propria? Chi avrebbe pagato i costi di viaggio e di soggiorno? Presumibilmente il ministero deve aver predisposto il documento di missione per ciascuna destinazione, al fine di coprire tutte le spese dei partecipanti. E questo è il primo punto controverso: le missioni non possono essere predisposte per estranei all’amministrazione, a meno che non abbiano un incarico specifico in seno all’amministrazione stessa.
Regola ferrea della contabilità di Stato, che, nel caso dei componenti degli uffici di diretta collaborazione si estende anche ai voli di Stato, quando previsti. Sugli aerei ed elicotteri dello Stato non possono accedere gli estranei. Parentesi: pensate a quello che accadde quando il Presidente del Consiglio Berlusconi ospitava le cosiddette olgettine sugli aerei della flotta della Repubblica italiana! Ma, almeno nel caso che stiamo analizzando, non si parla di voli di Stato.
Tra l’altro, e non è un aspetto secondario, si pone anche una questione di responsabilità in caso di incidenti durante il viaggio o la missione. Chi non è titolare di incarico non gode di copertura assicurativa.
Tutta la questione su cui si dibatte accanitamente in questi giorni sulla vicenda Sangiuliano-Boccia, si riconduce sostanzialmente ad un problema di etica. I titolari di vertice politico dell’amministrazione pubblica (un presidente, un ministro, un sindaco, eccetera) avvertono il senso della loro responsabilità verso il Paese ed i cittadini? O si crogiolano dietro il puro esercizio del potere che consente loro di nominare chi vogliono a scapito di valide risorse interne che pure esistono e sono tante?
Non siamo autorizzati ad esprimerci sulle capacità o la professionalità della signora Boccia, in quanto non abbiamo sufficienti conoscenze al riguardo, ma è mai possibile che una persona per la quale non sia stato ancora formalizzato un incarico ufficiale (e temo che a questo punto non accadrà mai), vada in giro annunciandosi come consulente e titolare di prestigiose cariche nel mondo della moda e dei grandi eventi?
E soprattutto, è da sprovveduti coinvolgere nella corrispondenza riservata, con diffusione di documenti che non possono essere di dominio pubblico, una persona di cui non risulta esserci un’investitura ufficiale. È ciò che è accaduto per i documenti relativi alla preparazione del G7 Cultura, che era stato previsto a Pompei in questo mese di settembre.
La preparazione di un G7 investe aspetti organizzativi, di comunicazione, ma anche e soprattutto di sicurezza. Non si è mai visto che dettagli riservati sul programma e sugli spostamenti dei ministri siano diffusi con tanta disinvoltura, quando ancora non c’è l’ufficialità e la certezza del controllo di tutti gli aspetti di salvaguardia e tutela.
Non sappiamo se il ministro sarà costretto alle dimissioni, ma una conseguenza immediata di quanto scandalosamente accaduto è l’annuncio, già presente sul sito ufficiale del G7 Italia 2024, che la riunione ministeriale Cultura è stata in tutta fretta trasferita a Napoli. Addio Pompei, che fra l’altro è la città di origine della signora Boccia.
La politica molto spesso si ammanta di superficialità e arroganza. La gestione della Cosa Pubblica è invece soprattutto responsabilità e competenza. È un tema su cui il Presidente Meloni ed il Governo dovrebbero fare una riflessione seria.
*già responsabile dell'Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha visto sfilare a Palazzo Chigi ben sette premier, da Silvio Berlusconi a Mario Draghi, passando per Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte.