Impegno Civico, Di Maio taglia fuori Tabacci: nel simbolo manca il suo nome

Il simbolo di Impegno Civico contiene infatti la gigante la scritta “Di Maio” su sfondo arancione, ma non c’è il nome di Tabacci

Di Giuseppe Vatinno
Luigi Di Maio
Politica
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Impegno Civico, simbolo esoterico dovuto a Virginia Saba o apona rutelliana? 

Ieri è stato presentato il simbolo di Impegno civico, il movimento nato dalla corrispondenza di amorosi sensi tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (36) (Insieme per il futuro) e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci (76) (Centro Democratico).

La strana coppia, fatta da un giovane ministro arrivista ed un vecchio marpione era a favore di telecamere all’aperto e Di Maio in gran spolvero, era appena stato dal barbiere della Camera a farsi i capelli a taglio quasi zero, per essere più in ordine per affrontare dotti, medici, sapienti e giornalisti che li aspettavano al varco, sotto un solleone stellare che liquefaceva il metallo e provocava le macumbe dei presenti -e anche di Tabacci, si intende- sulla scelta improvvida dell’orario.

Ma la sorpresa era un’altra. Il simbolo di Impegno Civico contiene gigante la scritta “Di Maio” su sfondo arancione, ma non c’è il nome di Tabacci.

Delle due l’una. O Di Maio s’è fregato, come suo solito, tutto e ha lasciato a bocca asciutta il vecchio marpione democristiano oppure il vecchio marpione democristiano (ipotesi più verosimile) ha fregato il giovane Di Maio e il suo nome non l’ha voluto perché ha capito che sarà un fallimento di proporzioni galattiche, una cosa che passerà alla storia.

Si pensi che su Twitter l’account di Impegno Civico fa qualche centinaio di follower disegnando appunto scenari catastrofici.

Non poteva mancare l’ape – farfalla, mal disegnata, sciatta e pure sproporzionata che Di Maio s’è fregato, insieme al colore arancione, dal simbolo di Alleanza per l’Italia, di Francesco Rutelli.

Il riferimento a Tabacci, compare in molto piccolo e non contiene esplicitamente il nome del parlamentare ma solo la scritta “Centro Democratico” (e che lo volevi chiamare Centro Dittatoriale?), mentre, come al solito, è presente una fettina striminzita di bandiera italiana su cui volteggia pericolosamente l’apona rutelliana.

Ferdinando Boero, uno che di insetti se ne intende essendo uno zoologo professionista alla Federico II di Napoli, nel suo blog de Il Fatto Quotidiano critica ironicamente il simbolo dimaiano facendo notare che l’ape è anche il simbolo dell’operosità massonica ed anche –aggiungo io- dell’Ordine dei Rosa – Croce che ha come motto Dat rosa mel apibus. Non è che c’è la mano della sua compagna esoterista Virginia Saba?