In stallo la riforma delle pensioni, il governo Meloni va verso il rinvio

Le attenzioni della manovra del 2025 si concentrano principalmente sulla riduzione del cuneo fiscale e sull'aggiustamento dell'Irpef,

di redazione politica
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Giancarlo Giorgetti
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In stallo la riforma delle pensioni

Nell'ultima riunione tra la premier Giorgia Meloni e i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, sono state delineate le priorità per la prossima legge di Bilancio, includendo riduzioni fiscali, supporto a giovani, famiglie, natalità, e incentivi per le aziende che effettuano nuove assunzioni. Tuttavia, la riforma delle pensioni non è stata inclusa tra le misure urgenti e sarà necessario decidere il futuro delle opzioni per la pensione anticipata (Quota 103, Ape sociale, Opzione donna), tutte in scadenza.

Negli ultimi tempi, la Lega ha riproposto Quota 41, che permetterebbe il pensionamento dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall'età, suggerendo una versione più leggera basata sul calcolo contributivo dell'assegno. Nonostante ciò, i fondi potrebbero non essere sufficienti.

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Le attenzioni si concentrano principalmente sulla riduzione del cuneo fiscale e sull'aggiustamento dell'Irpef, che potrebbero assorbire una grande parte delle risorse finanziarie disponibili. I tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze stanno esplorando varie opzioni per aumentare le entrate e recuperare fondi.

Il ministro del MEF, Giorgetti, ha recentemente presentato un Piano strutturale di bilancio da inviare alla Commissione europea entro il 20 settembre, delineando le spese, le riforme e gli investimenti previsti per i prossimi anni. Ha inoltre sottolineato la necessità di una gestione attenta delle risorse pubbliche in risposta ai nuovi limiti imposti da Bruxelles.

In vista delle future valutazioni dei mercati finanziari e delle agenzie di rating, il MEF sta considerando l'eliminazione di alcuni bonus fiscali, sebbene resti da definire quali saranno rimossi e quanto si potrà effettivamente recuperare da questi tagli.

La premier Meloni ha chiarito che l'era dei bonus e delle spese non calcolate è terminata e non tornerà finché saranno al governo, enfatizzando un approccio di prudenza e buon senso per la gestione delle finanze pubbliche.