"Io come Sam e tu il protagonista Frodo", Arianna Meloni loda la sorella
Fin dagli anni '70, la destra è sempre stata affascinata dal fantasy. Ne sono una prova i "Campi Hobbit", cui partecipò anche la leader di Fratelli d'Italia
Arianna Meloni, la lettera in stile "Signore degli Anelli" alla sorella Giorgia. Alla destra è sempre piaciuto il fantasy
Un aspetto caratteristico della destra italiana, ora giunta al potere con Giorgia Meloni, è quello del suo amore per il fantasy e per i miti. Un amore che nasce nei nebbiosi boschi norreni, in una natura limpida ed incontaminata, dove scorrono fiumi dalle acque chiare. Un aspetto che nei leader passati è stato spesso occultato ma che ora torna in grande evidenza con Giorgia Meloni e sua sorella Arianna.
Non a caso subito dopo la vittoria, Arianna ha scritto su Facebook: “…Sei stata quella che ha sacrificato di più. A me l’orgoglio di essere tua sorella. Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell'anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia. Mi basterà sapere che sono stata utile in qualche modo in questa grande avventura che stai costruendo, perché quando avevi bisogno di riposare, di piangere, di rilassarti o di un consiglio, io c'ero”.
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Si sta parlando de “Il Signore degli Anelli”, il capolavoro dallo scrittore inglese di origine sudafricana J. R. R. Tolkien, scritto tra il 1937 e il 1949, che inventa letteralmente un mondo (e addirittura una lingua) fantastico in cui si dipanano le vicende eroiche che vedono impegnati gnomi, elfi, umani, nani, orchi e i cui valori fondanti sono il coraggio, la purezza e la lealtà.
Il primo romanzo che scrisse Tolkien fu “Lo Hobbit” del 1937, a cui seguì “Il Signore degli Anelli” diviso in tre volumi ciascuno composto, a sua volta, di due libri per un totale di sei: “La Compagnia dell’Anello”, “Le due Torri” e “Il ritorno del Re”. L’opera completa fu pubblicata nel 1954-55. La trama è volutamente molto complessa e si riferisce alla distruzione dell’anello più potente, quello che renderebbe invincibile il suo creatore Sauron. In questa impresa è impegnato il popolo della “Terra di Mezzo” cioè gli Hobbit, che sono una particolare razza di piccoli uomini.
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Frodo Baggins è il custode dell’Unico Anello forgiato appunto dal malvagio Sauron per sottomettere i popoli liberi. Si decide di distruggere l’Anello scagliandolo dove è stato forgiato e cioè il Monte Fato. Per fare questo si costituisce una Compagnia che vede protagonisti proprio Frodo e il suo giardiniere Samvise Gamgee, “Sam”. Quello a cui fa riferimento la sorella di Giorgia Meloni è appunto il finale in cui la missione di scagliare il pericolosissimo anello del potere nel Monte Fato. Non è difficile capire che Arianna Meloni si consideri l’aiutante Sam mentre la protagonista è Giorgia Meloni nei panni dell’Hobbit Frodo.
Non per niente, Pino Insegno pe rintrodurre la Meloni a Piazza del Popolo in chiusura della campagna elettorale ha utilizzato le parole del “Signore degli Anelli”: "Verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo". La destra tradizionale è sempre stata affascinata da questi miti. Si pensi solo che il Fronte della Gioventù, dal 1977 al 1981 organizzò gli originali “Campi Hobbit”. Tra i fondatori il politologo Marco Tarchi e il politico Umberto Croppi. Poi negli anni ’90 dello scorso secolo ci furono altri Campi Hobbit, che cercarono di replicare gli originali e a cui partecipò anche Giorgia Meloni.
In questi raduni si discuteva di condizione femminile, disoccupazione, problemi giovanili, di ecologismo e lì fece la sua prima comparsa la croce celtica che divenne poi uno dei simboli caratteristici dei giovani missini. I campi Hobbit furono un po’ la declinazione giovanile del tradizionalismo evoliano che affondava le sue radici nell’esoterismo magico. Qualche anno fa ne ho parlato in una intervista con la senatrice Isabella Rauti, da poco rieletta con Fratelli d’Italia (leggi qui l'articolo).
Da notare come i gruppi femminili di destra si riferissero in quei tempi proprio ad un altro personaggio di Tolkien, Éowyn, principessa di Rohan, che diede addirittura il nome ad una rivista in contrapposizione a quella delle femministe di sinistra “Effe”. Per restare in tema, la leader di Fratelli d’Italia negli anni ’90 era iscritta ad una chat alternativa con il nome epico di Khy-ri in cui si parlava di fantasy e musica irlandese.
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Dunque romanticismo opposto a razionalismo, passione opposta a razionalità, arte opposta a scienza. È questa una interpretazione che i soliti giornali radical-chic guidati da Repubblica stanno cercando di dare agli interessi di Giorgia Meloni nel tentativo, del resto tipico di una certa visione del mondo, di screditare l’agire politico della prossima premier.
Anche l’appiccicoso Wired non si fa sfuggire l’occasione di chiamarla “maghetta”, per denigrarla. Ma siamo certi che Giorgia/Frodo ce la farà a sconfiggere Molinari/Sauron e a gettarlo nella fauci di Monte Fato, insieme naturalmente all’anello ed a una copia di Wired servito per pulire le terga di un drago.