Italia-Africa, servono 2,8 mld. Il Piano Mattei e il rischio Patto Aria Fritta
L'unico vincitore sarà l'Eni con i suoi progetti energetici. Le ambizioni di Meloni e la realtà dei fatti
Piano Mattei, Meloni pronta a svelare il "progetto pilota". Cabina di regia a Palazzo Chigi ma...
Meloni punta forte sul Piano Mattei, ieri sera c'è stato il via a questo evento al Quirinale, con una cena di gala: l'obiettivo dell'Italia è quello di siglare un accordo con l'Africa. Per questo la premier ha invitato a Roma 25 capi di Stato e di governo e di 11 ministri degli Esteri, alcuni - si legge su Il Fatto Quotidiano - moralmente non proprio accettabili. Presenti anche i vertici dell’Unione europea (Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel). Oggi si entra nel vivo in Senato alla presenza di praticamente tutto il governo italiano. Stamattina la premier dovrebbe illustrare almeno qualche "progetto pilota" del misterioso oggetto a cui sarà destinato il 70% del Fondo per il clima italiano, che in soldi fa 2,8 miliardi se va bene. Questo è quello che a Palazzo Chigi chiamano Piano Mattei e può semmai essere definito il Piano Aria Fritta, nel migliore dei casi, o il Piano Eni-Africa nel peggiore.
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Tradotto: se deve servire a sviluppare il continente - prosegue Il Fatto - è una presa in giro, se invece serve a sviluppare progetti energetici in Africa allora non siamo tanto lontani dall’atteggiamento "predatorio" dell'Occidente già stigmatizzato dalla presidente del Consiglio. Quel che si sa finora, valore finanziario a parte, è che un decreto ha istituito a Palazzo Chigi la cabina di regia del Piano dedicato al fondatore dell'Eni si riunirà a febbraio e i lavori saranno coordinati dal nuovo consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio, già ambasciatore in Tunisia, cioè il Paese in cui la premier portò Ursula von der Leyen a firmare un accordo (soldi in cambio di stop ai migranti) con l’autocrate Kais Saied che finora è rimasto in gran parte sulla carta. Secondo il verde Angelo Bonelli, tra i progetti del Piano troverà spazio quello di Eni "di coltivare terre agricole per i biocarburanti in Paesi come Kenya, Congo, Angola, Benin, Costa d’Avorio, Mozambico e Ruanda".