Ius Scholae, Rampelli (FdI): "Non sembra molto distante dalla legge vigente. Corregge un’anomalia sui minori che oggi li penalizza"

Il vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia: "La legge attuale consente la naturalizzazione di oltre 200mila stranieri l’anno. Un numero importante, dunque funziona"

Di Alberto Maggi
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Fabio Rampelli
Politica

Cittadinanza, Rampelli (FdI) ad Affaritaliani.it: "Lo Ius Soli proposto dalle opposizioni è una castroneria assoluta"


"Partiamo da un presupposto: la legge attuale consente la naturalizzazione di oltre 200mila stranieri l’anno. Un numero importante, dunque funziona", afferma ad Affaritaliani.it Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia intervistato sulla cittadinanza agli stranieri e sull'apertura di Forza Italia allo Ius Scholae. "Ogni legge può essere migliorata, ma non mi pare che in tal senso esista un’emergenza nazionale. C’è solo il solito scontro pregiudiziale tra le posizioni deliranti della sinistra e il governo".

"Lo Ius Soli proposto dalle opposizioni è una castroneria assoluta perché certifica la cittadinanza come fatto burocratico, non come scelta consapevole. Oltretutto imponendola ai nascituri con genitori stranieri che, volendo, da adulti potrebbero preferire la cittadinanza delle loro origini. Un atto sbagliato e arbitrario, quasi violento".

Detto ciò, Rampelli aggiunge: "Il cosiddetto Ius Scholae non sembra molto distante dalla legge vigente. Corregge un’anomalia sui minori che oggi li penalizza. Gli adulti infatti possono richiedere la cittadinanza italiana dopo 10 anni di permanenza continuativa, i bambini nati in Italia devono aspettarne 18. Ma una più ragionevole attesa, accompagnata da un’enfatizzazione della procedura per diventare italiani (ci si deve diventare per volontà, non per prassi amministrativa, per inciampo o per interesse) e da modalità certe per la revoca non mette in discussione l’impianto attuale".

"Gli argomenti pedestri dei sostenitori dello Ius Soli (la cittadinanza per caso), l’uso dei dialetti, il tifo per le squadre di calcio nazionali cozza con il principio solenne di voler aderire alla ‘religione laica’ rappresentata dalla nostra Costituzione. Occorre accogliere chi vuole integrarsi davvero, chi ama l’Italia e aderisce al modello della civiltà occidentale e respingere chi crede nella segregazione femminile, nel burka, nell’antisemitismo, nella teocrazia", conclude Rampelli.

Tajani: "Su Ius Scholae non impongo ma non voglio imposizioni"



Sullo ius scholae abbiamo "la nostra opinione, come su altri punti che non sono nel programma di governo e che vengono sottolineati da altri alleati: ne parliamo. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Ognuno ha diritto dire: io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare". Lo ha detto arrivando al Meeting di Rimini il vicepremier, leader di Forza Italia e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani

Sul tema della cittadinanza, ha spiegato il vicepremier Tajani, "abbiamo le nostre idee, non faccio polemiche" con altre realtà del centrodestra. "Siamo partiti diversi, sennò saremmo un partito unico. Siamo per il programma di Governo e quello che ci vincola è il programma. Per quanto riguarda lo Ius Scholae non è parte del programma di governo, quindi noi possiamo esprimere il nostro giudizio, ne parleremo anche con i nostri alleati", ha concluso il vicepremier, leader di Forza Italia e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.



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