L’assessore Pisicchio inguaia Emiliano. Nell’interrogatorio di garanzia...

Alfonsino Pisicchio ha mostrato la chat con Emiliano nell’interrogatorio di garanzia. Il governatore gli dice: “O te ne vai o ti caccio”

Di Giuseppe Vatinno
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Michele Emiliano
Politica

L’assessore Alfonso Pisicchio inguaia Emiliano

Si stanno complicando e di molto le cose in Puglia per la vicenda dei fratelli Alfonsino ed Enzo Pisicchio, finiti agli arresti domiciliari. Alfonsino Pisicchio si era dimesso in maniera sospetta dall’Agenzia ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione), proprio poco prima che l’arrestassero nell’ambito di una inchiesta con ipotesi di reato di corruzione, falso, turbata libertà degli incanti, emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa e finanziamento illecito dei partiti. Caso o necessità? Sembrano molto strane però le concordanze temporali, così strane da far pensare che il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ancora magistrato “prestato alla politica”, sapesse da “fonti romane” dell’indagine in corso sullo stesso Pisicchio. Nell’interrogatorio di Garanzia Alfonsino Pisicchio ha mostrato al Gip dei messaggi di una chat in cui Emiliano lo avrebbe appunto avvertito delle indagini in corso e lo avrebbe invitato a dimettersi immediatamente (come poi ha effettivamente fatto) altrimenti lo avrebbe cacciato dall’ Agenzia regionale ARTI.

Pisicchio avrebbe quindi richiesto un incontro chiarificatore al governatore della Puglia che però avrebbe opposto un secco diniego. E così la mattina del 10 aprile scorso, Alfonsino Pisicchio lasciò l’incarico all’ARTI ottenuto, tra l’altro, solo nel dicembre 2023 a quanto pare in una sorta di interim. Pisicchio affermò allora che non si trattava di “nulla di politico” ma bensì di una scelta e cioè quella di dirigere l’Accademia di Belle Arti, dove aveva insegnato come professore di Decorazione e Disegno.

Nel pomeriggio dalla Regione Puglia veniva comunicato il nome del nuovo sostituto all’ARTI, un dirigente regionale. La sera stessa avvenne l’arresto dei due fratelli Pisicchio da parte della Guardia di Finanza, insieme ad altre tre persone, imprenditori baresi.

Emiliano ha detto che la nomina all’Agenzia: “è stata effettuata nel dicembre scorso al solo fine di seguire il percorso legislativo con eventuali riformulazioni del disegno di legge per l’attribuzione all’Arti delle competenze aggiuntive di trasferimento tecnologico”. Quindi la richiesta di Emiliano a Pisicchio è alquanto sospetta per i tempi e per i modi. Come si vede, quella della Puglia è una situazione che sta diventando sempre più complicata. Iniziata con il possibile commissariamento del Comune di Bari guidato da Antonio Decaro, da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si è passati ai problemi di giustizia direttamente dentro la giunta di Emiliano ed ora all’arresto dei fratelli Pisicchio.

Senza contare che nel frattempo Emiliano e Decaro devono essere sentiti a breve dall’antimafia per la imbarazzante vicenda dell’incontro dell’allora assessore Decaro con la sorella di un boss, propiziata dallo stesso Emiliano che lo ha addirittura detto pubblicamente davanti a 10.000 persone radunate a Bari proprio per protestare contro il commissariamento per infiltrazioni mafiose. Decaro ha smentito Emiliano ha confermato. Una vicenda locale che però ha avuto potenti e immediati riflessi nazionali visto che Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, ha fatto uscire il Movimento dalla giunta barese e prodotto un vero terremoto tra la segretaria del Pd Elly Schlein e lo stesso Conte, con inevitabili riflessi sul progetto del “campo largo”.

L’arresto dei fratelli Pisicchio sembra essere quindi una sorta di ciliegina sulla torta di una vicenda che sta progressivamente disvelando aspetti sempre più inquietanti.