L'ultimo Cdm, Cingolani a Orlando: "Sta zitto, tu hai fatto il gioco di Conte"

Mentre Draghi annuncia ai ministri che si dimetterà, scoppia il putiferio. Il dem chiede un ripensamento al premier e il tecnico punta il dito contro di lui

Politica
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Dimissioni Draghi, lo scontro tra due ministri nell'ultimo vertice

Draghi ha deciso e non intende tornare sui suoi passi: dimissioni. I primi a ricevere la notizia, dopo lo strappo del M5s, sono stati i ministri in Cdm. "Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica". C’è silenzio, tensione e imbarazzo quando il capo del governo apre la riunione del Cdm e gela le speranze dei ministri più leali. Per Draghi - si legge sul Corriere della Sera - la partita è finita, i tempi supplementari evocati da Giorgetti non ci sono. E anche se davanti al capo dello Stato, per rispetto e galateo istituzionale, non ha scelto la formula definitiva delle dimissioni irrevocabili, chi lo conosce sa che non è solito tornare sui suoi passi. Dopo le sue parole però si scatena lo scontro tra due ministri, un politico e un tecnico.

Andrea Orlando - prosegue il Corriere - prende la parola e azzarda: "Presidente, il quadro di grande incertezza di questa fase, anche sul piano internazionale, rischia di compromettere il grande lavoro che abbiamo fatto. Se c’è spazio per un ripensamento io credo che lei lo dovrebbe considerare...». Draghi tace. Tacciono tutti. Finché Roberto Cingolani rompe il silenzio e sfida il ministro dem: «Parli tu, che sei del Pd e hai fatto il gioco di Conte". Tensione alta, ma la scintilla si spegne nel silenzio generale. Tra il primo e il secondo colloquio con Mattarella, è la ricostruzione di un ministro, "Draghi ha dovuto combattere tra il dolore per l’ingiustizia subita e il senso di responsabilità verso il Paese". Mercoledì potrebbe anche decidere di togliersi qualche sassolino dalla scarpa in Aula.