La Bonino "trombata": forse ce ne siamo liberati definitivamente

Di Giuseppe Vatinno
Emma Bonino
Politica
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Emma Bonino fatta fuori dal Parlamento: è la volta buona?

Bonino Emma, cittadina installatasi in Parlamento dalla VII legislatura e cioè dal 1976 voleva rificcarsi per l’ennesima volta qual topo in ghiotto formaggio, ma fortunatamente questa volta non ce l’ha fatta o così almeno pare. Bonino Emma, Deputata della Repubblica, Eurodeputata, Senatrice, ministro degli Esteri, ministro del Commercio internazionale, ministro delle Politiche europee, vicepresidente del Senato, Commissaria europea per la politica dei consumatori, la pesca e gli aiuti umanitari. Bonino Emma, prototipo dei radical chic dalle mani imburrate di tartine al salmone e abitatrice abituale di attici nel centro storico di Roma, Bonino Emma “professionista della poltrona”, direbbe Leonardo Sciascia.

La sua +Europa non ce l’ha fatta a superare lo sbarramento e lei è stata brutalizzata da una bionda sconosciuta di centrodestra, Lavinia Mennuni. Diciamo che nella gangband era in buona compagnia e cioè con il Churchill dei Parioli Carlo Calenda. Ma il fatto resta. Maurizio Turco, segretario del partito radicale transnazionale, l’ha fulminata con una battuta: “Si può arrivare all’età per fare il padre, o la madre, nobile. Non è necessario stare in Parlamento. Ci sono altri amici e compagni di +Europa che sarebbero potuti entrare nelle istituzioni e occupare quel posto con capacità. Comunque sono scelte personali. Di sicuro Emma non ha vissuto l’ostracismo che ha dovuto subire Marco Pannella da parte del regime”.

Turco rivendica che i radicali ci saranno comunque in Parlamento grazie alla politica di Marco Pannella detta della “inseminazione” che ha portato il partito radicale transnazionale a non partecipare più direttamente alle elezioni ma a inseminare, appunto, altri partiti e così, continua Turco: “Ci sono gli iscritti al Partito radicale. E ci sono eletti in diverse formazioni, perché il partito non si presenta alle elezioni. Abbiamo Della Vedova di +Europa, Roberto Giachetti anche è stato eletto, Rampi del Pd purtroppo non eletto. E poi c’è il nostro presidente onorario Giulio Terzi di Sant’Agata, eletto con Fratelli d’Italia”.

Ed infatti è l’applicazione concreta, vibratile ed evidente del concetto pannelliano di transpartiticità. Più che una teoria una prassi politica che ha dato i suoi risultati un po’ come la Chiesa cattolica ecumenica che aveva suoi seguaci in diversi partiti non solo italiani, ma mondiali. Ma lei, evidentemente, non ci sta ad andare in pensione e continua ad affliggere le istituzioni con una pervicace quanto immotivata presenza che gli elettori ora hanno giudicato chiaramente molesta dandole il benservito. Lei, naturalmente, da brava democratica liberale, non ci sta e minaccia riconteggi di schede e preferenze. Non si rassegna. Urla e strepita, non vuole lasciare l’adorato scranno e tornare a guardare gli operai che lavorano nei centri storici altrettanto adorati e mai smessi.

Sì, perché anche lei, è destinata a fare l’”umarella”, figura ormai mitica ed archetipale dell’osservatrice e consigliatrice di muratori durante i lavori edili che grazie alle truffe dei vari bonus e superbonus hanno riempito le tasche di molti e di cui si sta occupando già la magistratura. E così Emma non molla. Ora accusa il tritatuato Calenda che con l’azione della sua Azione (gioco di parole non solo non evitato ma anche voluto) ha “favorito la destra”. Comunque una minaccia grava ancora sulla Repubblica. Dove la Bonino è stata candidata al Senato e+Europa è al 2.94% e lei s’è fatta due conti della serva giungendo alla conclusione che “vuol dire che all’appello mancherebbero circa sedicimila schede. Un’inezia”. Ci sono già in corso riti propiziatori, pellegrinaggi mistici a santuari e la stessa Wanna Marchi e il mago do Nascimento sembra siano stati ingaggiati per propiziare forze ostili alla terribile possibilità.