"Europei parassiti? Mai detto", Trump gela l'inviato di Repubblica. La gaffe clamorosa del giornalista italiano

La gaffe del giornalista italiano scatena l'ironia tra i colleghi americani nello studio Ovale

di Vincenzo Caccioppoli

Donald Trump e Giorgia Meloni

Politica

Viaggio di Meloni negli Usa, la figuraccia dell'inviato di Repubblica. Che cosa è successo 

Durante la lunga conferenza stampa dopo il bilaterale tra Trump e Meloni, ennesimo segnale di quanto effettivamente sia stato importante per l’amministrazione Usa l’incontro con la premier italiana, un'insolita domanda, da parte di un giornalista italiano del giornale repubblica, ha suscitato sorpresa ed ilarità, tra i tanti giornalisti presenti nello studio ovale. Era da poco iniziata la conferenza stampa dopo il bilaterale tra Meloni e Trump, che sembra avere superato le più rosee aspettative.

Dopo il fuoco di domande, scontato, da parte di giornalisti Usa al presidente americano, ecco arrivare la domanda di un giornalista italiano, Tommaso Ciriaco di Repubblica, forse eccessivamente deluso dai troppi complimenti di Trump verso la sua omologa italiana, con voce stentata (forse anche lui in cuor suo, già preconizzava la figura planetaria), in un inglese a dir poco improvvisato (ma possibile che un giornale come Repubblica non abbia un inviato che conosco in maniera un po’ meno approssimativa la lingua di Shakespeare..?) al presidente  americano Donald Trump «Mister President, are you sure about the definition of “parasites” to the Europeans? Would you say that again, that European are parasites?». Traducibile in italiano, con grande fantasia, con: «Presidente, lei è sicuro della definizione di “parassiti” data agli europei? Lo direbbe ancora?».

Meloni è subito intervenuta, grazie alla sua assoluta padronanza della lingua inglese, al contrario del giornalista di Repubblica, tal Tommaso Ciriaco, il giornalista calabrese, che già in passato era stato redarguito dalla premier per i suoi virgolettati assolutamente inventati, per cercare di spiegare a Trump il senso della domanda. Giustamente la presidente italiana ha cercato di evitare dell'inviato di Repubblica la figuraccia mondiale premettendo che "Lui non l’ha mai detto". Ma il buon inviato calabrese, del giornale di Elkann (che secondo alcuni starebbe disperatamente cercando di vendere, visto anche il calo di vendite in edicola sempre più preoccupante), ha insistito nella sua domanda, pensando forse di mettere in difficoltà la premier. A quel punto la premier, alzando gli occhi al cielo in quello che una sua naturale e ormai consolidata espressività corporea, non ha potuto far altro che porgere la domanda, nel suo perfetto inglese, al presidente americano: "Ha mai detto che gli europei sono parassiti?", ha chiesto rivolta con una faccia assai contrita ad un Trump assai meravigliato, che ha risposto: "No, non sono nemmeno di che cosa stiate parlando".

Questa frase ha suscitato le risate di Meloni e di altre persone nella sala. Il giornalista di Repubblica forse ha omesso di rammentare che la frase sull’Europa è stata pronunciata in una chat riservata tra il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Il giorno prima, Jeffrey Goldberg, il direttore del settimanale statunitense The Atlantic, aveva raccontato di essere stato inserito in una chat sull’app di messaggistica Signal, dove Hegseth e Vance, insieme ad altri importanti esponenti del governo, stavano pianificando un attacco militare contro le milizie degli Houthi, in Yemen.

In un messaggio – gli screenshot della chat sono stati pubblicati da The Atlantic – Vance aveva scritto di non voler difendere gli europei. E Hegseth gli aveva risposto: «I fully share your loathing of European free-loading. It’s pathetic». Ossia: «Condivido pienamente il tuo disprezzo per i parassiti [o scrocconi] europei. è patetico». Alla domanda se fosse d’accordo con questa posizione, il 25 marzo Trump ha risposto: «Yes, I think they’ve been freeloading. The European Union has been absolutely terrible at us on trade». Che in italiano si può tradurre con: «Sì, penso che abbiano vissuto alle nostre spalle. L’Unione europea è stata assolutamente terribile con noi sul piano commerciale».

Fonti di palazzo Chigi ai più alti livello affermano che questa partita dell’inviato di repubblica, avrebbe suscitato ilarità persino tra i corrispondenti dei giornali liberal americani, come il New York Times o il Washington post, che avrebbero sorriso anche di fronte alla risposta impeccabile della premier, che non ha avuto esitazioni a bloccare l’interprete della Casa Bianca, quando stava cercando di spiegare al presidente Trump la risposta della premier sulla scontata domanda in merito all’aumento della spesa militare italiana.

La traduttrice si è inceppata nel tradurre le sue parole, senza riferire al presidente americano che Meloni ritiene Putin il responsabile della guerra in Ucraina. Dopo alcune imprecisioni anche sulla risposta che riguardava l’aumento della spesa militare, Meloni spazientita ha interrotto l’interprete, e ha deciso di tradurre da sola le proprie parole per il presidente statunitense. Dando ennesimo scacco a chi, come gli inviati dei grandi giornali sarebbe richiesto, se non l’imparzialità, almeno una minima conoscenza della lingua inglese.

Ma evidentemente per giornali come Repubblica, quello che conta,  non è tanto l’informazione imparziale, e la critica obiettiva, ma la loro essenza è quella di cercare di mettere in difficoltà la premier e il governo di centrodestra, anche in consessi importanti come quello di ieri a Washington. Alla faccia del patriottismo e del senso della nazione. Tentativi, che fino ad ora, si sono scontrati contro il muro di autorevolezza e credibilità conquistati dalla premier Gorgia Meloni in questi primi due anni e mezzo di governo Meloni.

LEGGI LE NOTIZIE DI POLITICA 

 

Tags: