La gente senza acqua e la Calabria perde 104 milioni di € del bando dedicato

E’ tra le regioni più ricche d’acqua ma la gente deve razionarla. Ora perde un bando per mettere una toppa al sistema idrico e modernizzare il settore

di Antonio Amorosi
Politica
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Acqua e Calabria. Il caso: la regione perde oltre 104 milioni per un pasticcio burocratico: inammissibile il progetto dell'Autorità idrica e gli abitanti sono senza acqua


Come diceva il poeta francese Paul Valery “la politica è l'arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda”. E funziona!
Sono migliaia i calabresi che ancora nel 2022 non hanno l’accesso all’acqua potabile 24 ore su 24. Eppure la regione ne è ricchissima, tra le più floride d’Italia. Ci sono però periodi in cui i cittadini devono razionarla. “La regione”, scrive l’Istat nel 2020 è quella, “con la quota più elevata di famiglie (31,2%) che lamentano l’inefficienza del servizio”. 
Nel piano che Vittorio Colao, attuale ministro all'Innovazione tecnologica e la transizione digitale nel Governo Draghi, aveva consegnato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte 2020 era ben evidente il problema. “L’acqua non è equamente sviluppata sul territorio nazionale”, si scriveva nel documento, “e non soddisfa per la maggior parte dei casi le direttive Cee imposte dall'UE”. La Calabria è al primo posto della crisi.
Nel novembre 2021 il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili emana un bando con
scadenza 23 dicembre. L’Autorità idrica calabrese partecipa al bando. Si potrebbero ricevere ben 104 milioni di euro. Il progetto prevede il "monitoraggio in tempo reale delle pressioni, portate, livelli e dei parametri di qualità dell'acqua erogata, in corrispondenza dei serbatoi di distribuzione, installazione di contatori di utenza di tipo smart, attività di ricerca perdite… riparazioni, eccetera”.
Sulla carta tutto perfetto ma tra riorganizzazioni e competenze richieste succede il pasticcio.

Acqua e Calabria. La regione perde 104 milioni di euro


“Purtroppo oggi è una triste giornata per la Calabria”, scrive Francesco Iannucci, sindaco di Carolei, piccolo Comune della provincia di Cosenza, “la Calabria ha definitivamente perso oltre 104 milioni di euro destinati all’idrico. Un esito annunciato dal sottoscritto con la missiva del 14 dicembre 2021. Un grido d’allarme disperato che non è stato ascoltato. Il progetto presentato dall’autorità idrica calabrese”, spiega Iannucci, “per un valore di €.104.327.292,39 è stato considerato inammissibile e quindi escluso. Lo ha stabilito il ministero delle Infrastrutture il 7 marzo”.
Il sindaco continua: “Una perdita ed una sconfitta per il nostro territorio che ha dimostrato tutti i limiti di un AIC (Autorità idrica Calabria, ndr) effettivamente costituito ma che di fatto, affidando il servizio idrico integrato ad una scatola vuota come l’ex ‘Cosenza acque’, risulta senza alcuna organizzazione e quindi poco efficiente”.
Motivo dell'esclusione? Risulta inammissibile perché manca un allegato fondamentale a pena di esclusione: il “’modello di calcolo della spesa ammissibile per le operazioni che generano entrate dopo il completamento dell'intervento’, redatto secondo il format dell’Allegato 4 al presente Avviso. Tale modello dovrà essere compilato anche nel caso in cui la proposta non generi entrate nette inserendo i dati necessari."

Acqua e Calabria. L'Autorità Idrica ha presentato ricorso al TAR


L'Autorità Idrica ha presentato ricorso al TAR adducendo che l’allegato mancante è un documento di complemento, amministrativo quindi e non tecnico, dando mandato a un legale di districare la matassa poiché l’Autorità, visto il “quadro gestionale frammentato e disorganizzato” aveva con tempi da record cercato di riorganizzare una società, ‘Cosenza acque’, per renderla in grado di fare domanda secondo i parametri richiesti dal ministero e così accedere ai fondi. “L’allegato è comunque stato trasmesso, di propria iniziativa, dall’Autorità nei giorni successivi”, spiega in una comunicazione pubblicata dal quotidiano La Nuova Calabria l’AIC, “e dunque in tempi ampiamente compatibili con la conclusione dell’istruttoria dello stesso bando, ma il Ministero ha comunque deciso sia di escludere la proposta tecnica sia di negare all’Autorità l’istituto del Soccorso Istruttorio, sebbene lo stesso sia normato dalla legge”. 


Il sindaco di Carolei chiede l’intervento della Regione. Giuseppe D'Ippolito, avvocato e deputato del M5S, vuole le dimissioni dei vertici dei vertici di AIC. Anche Luigi De Magistris, consigliere regionale in Calabria, non si tira indietro: “La bocciatura del ministero è l’ennesima occasione sprecata da una classe dirigente inconcludente ma è anche lo specchio di un sistema frammentato in una miriade di soggetti gestori e di competenze, spesso frutto di piccoli potentati politici locali. È questo il circolo vizioso che bisogna prioritariamente spezzare se si vuole realmente costruire un sistema interamente pubblico ed efficiente che metta in primo piano i diritti dei cittadini calabresi ad avere un servizio adeguato e non i dividendi delle società e le clientele della politica. Mi auguro che su questo il presidente di Regione non faccia solo chiacchiere; che si colga l’occasione per ripensare la gestione delle risorse idriche calabresi”. Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto promette: “Li recupereremo nei prossimi bandi Pnrr, ma è evidente che bisogna cambiare profondamente la governance del sistema idrico, e credo che ci saranno novità già nelle prossime settimane”.