La Lega, Salvini, Giorgetti, Berlusconi e Draghi: Hic Rhodus, hic salta

Si sapeva che entrare nel Governo Draghi avrebbe comportato dei rischi, ma erano calcolati

di Paolo Becchi
Matteo Salvini 
Lapresse
Politica
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La Lega poteva entrare a far parte di questo governo o starne fuori. Entrare nel governo aveva dei costi. Lo si sapeva sin dall‘ inizio che era un investimento sul lungo periodo. Ma se aspiri a governare partecipare a questo governo per la Lega era indispensabile. Per questo consigliai Salvini di non andare all‘ opposizione. Salvini doveva costruirsi una nuova immagine in Italia e in Europa.

Politicamente questa decisione  implicava un riposizionamento della Lega al centro, nella convinzione che si vince al centro. Il "sovranismo debole“ di cui avevo parlato aveva questa implicazione politica. Se oggi vuoi governare devi occupare quello spazio: né a sinistra, né a destra, ma al centro. Anche questa era una mia idea, che io legavo alla nascita di una federazione tra Lega e Forza Italia.

L‘idea di una federazione fu subito ripresa dai due leader ma in poco tempo abbandonata. Fu percepita come un tentativo di "annessione“ di un partito all’altro. Ma la finalità era diversa. Se oggi la Lega e FI sono deboli  nel governo e alla fine Draghi la spunta sempre non è colpa di Giorgetti  che starebbe con Draghi e contro Salvini (Giorgetti è una persona seria che sa cosa significa la vecchia disciplina di partito e mai prenderà una decisione contro Salvini).

Il problema è che per contare Berlusconi e Salvini dovrebbero avere una strategia comune e con questa cercare di condizionare il governo nella sua attività. Ma hanno una strategia comune? Questo è il punto.

Berlusconi e Salvini dovrebbero incontrarsi e stabilire una linea comune di azione a cui i ministri dei due partiti dovrebbero  uniformarsi. O Berlusconi e Salvini trovano una intesa - e al momento è piuttosto difficile considerando  la svolta illiberale di Berlusconi e ancor più dei sui ministri in tema di libertà terapeutica e di libera di espressione - o tanto vale ammettere  che la strategia era sbagliata e allora non resta che prenderne atto e, dopo le elezioni di ottobre uscire da un governo che al momento per la Lega è solo una lunga agonia. Se proprio non si vuole rompere ora sul pass ci si prepari a rompere su Quota cento, per fine anno.

Ma un tentativo di incontro con Berlusconi Salvini lo potrebbe ancora fare. Gruppi parlamentari uniti di Lega e FI potrebbero ottenere già un primo risultato votando con chi ci sta la proposta di tamponi salivari rapidi a costo politico per tutti, come del resto previsto da un ordine del giorno votato in parlamento dalla Lega e accolto dal Governo.

Hic Rodhus, hic salta!