La maggioranza traballa sul Csm: ultimatum della Cartabia ai partiti ribelli

La riforma della giustizia agita i rapporti tra IV, Azione, M5S e Pd, la ministra: "Accordo giovedì, oppure mettiamo la fiducia"

di Daniel Moretti
Marta Cartabia (IPA)
Politica
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Sul tema caldo dei giudici è a rischio la tenuta della maggioranza

L’ultimatum della ministra della Giustizia Marta Cartabia è arrivato: o si trova un accordo giovedì oppure sul testo verrà messa la fiducia. Nonostante i tentativi di mediazione infatti, Italia Viva non arretra e, ancora di più del centrodestra, può creare una spaccatura decisiva nella maggioranza. I temi più caldi sono sempre i criteri di elezione del Csm, la responsabilità civile diretta dei magistrati e la separazione delle funzioni di giudici e pubblici ministeri. Temi su cui i renziani trovano la sponda di Azione.

"Le norme sulla responsabilità civile hanno portato in 12 anni a sole 8 condanne di fronte a 664 cause e 154 sentenze definitive. Questo è giusto, ministra Cartabia? Questo è coerente con la Costituzione?". E’ quanto afferma Enrico Costa, deputato e vicesegretario del partito di Calenda. Per quanto riguarda il Csm, anche Forza Italia non arretra la sua posizione a favore del sorteggio.

"Dobbiamo fare presto, come ha chiesto Mattarella"

Gli animi, nell’ultima riunione di maggioranza, si sono scaldati anche riguardo al tema della presunzione di innocenza. All'incontro la ministra ha portato il parere della Presidenza del Consiglio alle norme sui magistrati fuori ruolo, che assumono ruoli politici o ruoli apicali. Sempre Costa ha chiesto che fosse ritirato ufficialmente l'emendamento del Pd che cancella dagli emendamenti-Cartabia le norme disciplinari sui magistrati che non rispettano il decreto sulla presunzione di innocenza. Il M5S però si è opposto a questa richiesta.

Resta tuttavia fiducioso il relatore della riforma del Csm, responsabile giustizia del Pd Walter Verini. “Ci sono le condizioni per iniziare a votare, in commissione Giustizia alla Camera, quanto meno tutti gli emendamenti su cui si è raggiunto un accordo sostanziale – ha dichiarato Verini -. Dobbiamo raccogliere l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a fare presto e bene, per dare al Csm nuovi strumenti in vista dell’elezione del prossimo luglio e per fornire, al tempo stesso, un contributo al rinnovamento della magistratura”.

I tempi però stringono, considerando che l’elezione del Csm dovrebbe tenersi a luglio. Quattro anni di questi fa, a questo punto, i seggi stavano già per essere convocati, ora la situazione è ancora in alto mare.

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