"La Piazza", Nicola Fratoianni: "RdC e delocalizzazione? Si deve fare di più"
Il leader di Sinistra Italiana difende la scelta di stare all'opposizione del Governo Draghi: "Quando tutti dicono la stessa cosa, c'è un problema democratico"
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, è intervenuto nel corso della terza serata de “La Piazza”, intervistato dal direttore di affaritaliani.it Angelo Maria Perrino
Rispetto al Governo Draghi, ha ribadito le ragioni che lo hanno portato all'opposizione: "°Mi pare naturale che la politica viva se mette in campo idee. Talvolta si collabora, ma poi ci si divide perché si indicano prospettive diverse. Se diventa una linea piatta, la politica assomiglia a un CdA che deve mettere in equilibrio gli interessi, ma non siamo tutti uguali, non siamo tutti sulla stessa barca. Se tutti dicono di si, c'è qualcosa che non va. Draghi è arrivato per via di una grande crisi, dovuta alla scelta di una forza politica che ha scelto di far cadere un governo. La necessità di aiutare il Paese però non può rimuovere le differenze: oggi sulle grandi scelte la politica non esiste più. Ma d'altronde come fai a governare tenendo insieme forze così diverse tra loro? Quando si deve scegliere, se va bene stai fermo. E' un problema per il Paese, che proprio quando c'è la crisi ha bisogno di scelte forti, radicali, coraggiose. Se questo manca, c'è un problema di qualità della democrazia".
Sul Reddito di cittadinanza: "La diseguaglianza è cresciuta a dismisura negli ultimi decenni in Italia. Una grande maggioranza si è impoverita. Il RdC impedisce che chi è in difficoltà affoghi. Credo che sia sbagliato collegarlo alle politiche attive per il lavoro, che sono cose importanti, ma sono cose diverse. Il RdC semmai va fatto funzionare di più ed esteso: serve qualcuno che ti salvi, quando sei nella disperazione!"
Sul tema delle delocalizzazioni ha osservato: "Non mi sorprende la reazione di Bonomi, Presidente di Confindustria. I licenziamenti sono brutali sempre, sia tramite WhatsApp, che per lettera! Il governo ha deciso, nel mezzo di una crisi profondissima, di sbloccare i licenziamenti. Infatti le aziende hanno cominciato a licenziare! Come sorprendersi? Ci avevano detto che la globalizzazione sarebbe stata qualcosa di meraviglioso, ma si sono globalizzati i movimenti delle merci, non certo i diritti! La soluzione di Orlando è timida, ma è qualcosa. Noi proponiamo che chi ottiene finanziamenti e facilitazioni e poi delocalizza per guadagnare di più non solo debba restituire tutto, ma debba anche pagare una multa commisurata sul fatturato degli ultimi anni. Le aziende scapperanno dall'Italia? Quest'obiezione non funziona: produrre in Italia presenta anche tanti vantaggi, non si può scappare sempre. Sono europeista, ma di che Europa discutiamo? Se non si estendono anche i diritti e le tutele, allora non funziona!".
Da anni si parla di ridurre la pressione fiscale, ma Sinistra Italiana propone la Patrimoniale: "Anche la SPD tedesca ha detto che serve ed è risalita nei sondaggi, dicendo cose di sinistra! Da anni si parla di alleggerimento del peso fiscale, ma anche qui c'è un errore. Nella crisi è il tempo di dare? Sì, ma non siamo tutti nella stessa condizione! Un precario non è alla pari di un parlamentare o di un imprenditore. La ricchezza è nelle mani di pochissimi, bisogna trovare il modo di redistribuirla. A molti italiani va abbassato il carico fiscale, certo, ma c'è anche una minoranza alla quale si può legittimamente chiedere qualcosa di più".
Sulle candidature per il Quirinale, Fratoianni ha detto: "Quando si parla troppo di Quirinale prima del tempo, di solito si sbaglia. Lascerei in pace Mattarella e aspetterei il momento giusto".
Trovandosi a Ceglie Messapica, tradizionale sede della Piazza di affaritaliani.it, Fratoianni ha ricordato quando era assessore regionale della giunta presieduta da Vendola: "Nichi era innovativo in tanti modi: non aveva solo l'orecchino, era anche comunista e omosessuale dichiarato, in una regione molto tradizionalista. Si pensava che non fosse possibile, ma la Puglia è cambiata tanto. Oggi sta al centro dell'Europa del mondo, mentre prima era ai margini: non è un risultato da poco. La politica deve immaginare, non solo gestire il quotidiano."