La vittoria di Elly Schlein indebolisce Kiev e anche la nostra premier

La nuova segretaria Pd frena l'alleanza con Zelensky e organizza una opposizione durissima al governo

L'opinione di Giuseppe Vatinno
Politica

La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd ha un primo effetto concreto: si indebolisce la strana coalizione che sostiene la Meloni e Zelensky nella guerra ucraina

Infatti, la nuova segretaria del Partito democratico si è sempre dichiarata “pacifista”, pur sopportando ufficialmente l’Ucraina. Ma è del tutto evidente che comunque si tratta di un problema per la Meloni che viene a perdere uno dei suoi alleati più forti, sembra paradossale, e cioè il Pd.

La vittoria della Schlein non può non aver fatto piacere a Mosca e preoccupato Kiev che nel frattempo si trova uno dei più importanti alleati occidentali indebolito e confuso, mentre cresce l’opposizione internazionale ed italiana in particolare a Zelensky, sia sul piano umano che politico.

E quanto avvenuto va inserito nel contesto più generale dell’anomalia del centro–destra che da sempre è stato filo russo e filo Putin fino a quando la Meloni ha cambiato strategia per governare. Basti ricordare che il più stretto amico della premier è quel Viktor Orban che è considerato l’uomo di Putin in Occidente.

E del resto è ben nota l’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin come ben nota è l’ammirazione di Salvini per il leader russo. Quindi il comico ucraino ora ha un motivo in più per temere di perdere il supporto di Roma.

Del resto Zelensky dà tutto per scontato, come quando durante la conferenza stampa congiunta con la Meloni ha tirato una maldestra legnata a Berlusconi che lo aveva criticato come principale ostacolo alla pace nel conflitto.

Anche gli Usa sono preoccupati della svolta nel Pd

Ora dunque la questione si fa più complessa e anche gli Usa sono preoccupati della svolta nel principale partito dell’opposizione. Washington perde il suo principale sponsor in Italia e cioè quell’Enrico Letta che da mesi sta brigando per diventare segretario della Nato al posto di Stoltenberg, posto che piaceva molto anche a Matteo Renzi che però pare sfumato a causa delle vicende giudiziarie e dei suoi rapporti con il mondo arabo.

Tra parentesi la “carezza” mediatica fatta da Enrico Letta alla Meloni - proprio pochi giorni fa - èstata interpretata nel senso di una captatio benevolentiae verso gli Usa, neppure tanto nascosta, visto che ora il pisano si deve trovare un lavoro.

Un altro fattore preoccupa Kiev e cioè la sicura alleanza – del resto ampiamente annunciata della Schlein- con i Cinque Stelle che adesso Giuseppe Conte ha schierato nuovamente nella zona movimentista e filosovranista al fine di recuperare consensi.

Anche Grillo dà segnali in questa direzione. Basti pensare che qualche giorno fa si è materializzato alla festa di insediamento del nuovo ambasciatore cinese portando in dono un palloncino a significare la vicenda dei palloni aerostatici cinesi abbattuti nei cieli Usa.

Grillo lavora con la Cina, Conte media e la Schlein frena l’alleanza con Zelensky, questa la prospettiva che si sta materializzando nelle principali cancellerie internazionali.

Anche la premier Giorgia Meloni indebolita dalla vittoria di Elly Schlein

Oltretutto la vittoria della Schlein indebolisce non solo Zelensky ma anche la stessa Meloni per due motivi: il primo che la nuova segretaria è donna e il secondo che farà – come ha subito dichiarato - una opposizione durissima al governo.

Considerando, come detto, che il centro-destra sulla guerra ucraina è profondamente diviso, l’evento del Nazareno potrebbe seriamente ammalorare la premier soprattutto se i due alleati, Salvini e Berlusconi, volessero sfruttare l’instabilità a loro vantaggio.

Infatti è vero che la Meloni è solida a livello di consensi, intorno al 30%, ma è anche vero che da sola non può governare e che il giochetto filoatlantico potrebbe facilmente essere scoperto rilevando che la “regina è nuda”. 

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