Lauretta dei miracoli, torna Boldry in cerca di un seggio

Radical-chic allevata negli attici romani a tartine al salmone

Di Giuseppe Vatinno
Laura Boldrini
Politica
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Tutti quelli che speravano di essersela tolta di torno...

 

Un’altra femmina beta in cerca di seggi è Laura Boldrini. Laura chi? Potrebbe interloquire un giovane di primo pelo.

Ma lei naturalmente. L’ex Presidente della Camera, quasi trombata nel 2018 (già alcuni caroselli erano partiti in diverse città d’Italia) e poi recuperata ai dadi insieme a Debora Serracchiani (anche qui erano partiti i festeggiamenti) dopo essere stata brutalizzate nell’uninominale dimostrando così quanto le amassero davvero gli elettori.

E così tutti quelli che speravano di essersela tolta di torno –e sono veramente tanti- se la sono dovuta sorbire per un’altra legislatura e meno male che ci sono le elezioni anticipate.

Chi può dimenticare le epiche e fondamentali battaglie di questa radical - chic allevata negli attici romani a soffici tartine imburrate al salmone?

Ad esempio quella su linguaggio che ha prodotto dei mostri linguistici come “sindachessa” ed altre impronunciabili storpiature lessicali che tanta partecipata ilarità producono all’estero.

Qualche giorno fa il giornalista Giuseppe Cruciani, durante La zanzara nella zuppa, ha raccontato un’altra perla della badessa marchigiana e cioè che quando era Presidente della Camera aveva fatto raccogliere –naturalmente coi soldi dei contribuenti- un “dossier alto così” su quanto era stato detto su di lei a La Zanzara per cui editore, cioè Confindustria, esprimeva una certa preoccupazione, più che legittima dato il tipo vendicativo e imprevedibile.

E tutti si dovrebbero preoccupare di quei politici che raccolgono dati e costruiscono dossier sui giornalisti. Non è una cosa sana proprio per quella democrazia che lei –a parole- dice di voler difendere.

L’ultima che si è poi inventata è una battaglia sui giocattoli per bambine e specificatamente contro la bambola Barbie che –a suo delirante dire- costituisce un “pregiudizio di genere”.

Ma c’abbiamo proprio bisogno di politici come Laura dei Miracoli?

Dobbiamo proprio spendere le tasse degli italiani che faticano e lavorano per gente come questa che fa dell’ideologia malsana la propria ragione di vita?

Diciamo “anche no”, come va di moda di dire.

I soldi spendiamoli per la Sanità (visto che c’è una pandemia in corso), per le Scuole, per il Lavoro, per migliorare la vita degli italiani e non per foraggiare i ghiribizzi lessicali di chi non sa come impiegare il tempo che gli è stato pagato a peso d’oro dal popolo italiano.

Ora, in questi cupi e forsennati tempi estivi di elezioni anticipate che stanno divenendo a tutti gli effetti una sorta di “erezioni anticipate” per far vedere chi ce l’ha più lungo, ci dovevamo pure sorbire  la Boldrini che, come è del tutto evidente, è già alla ricerca di uno strapuntino dove depositarsi per altri cinque anni. Siete avvertiti.