Sud chiama Nord, Castelli: “Legge Calderoli romanocentrica. Dialoghiamo con..”
Intervista a Laura Castelli, neopresidente di “Sud chiama Nord"
“Sud chiama Nord”, parla la presidente Laura Castelli
Laura Castelli sceglie affaritaliani.it per la sua prima intervista da presidente di “Sud chiama Nord”, il partito fondato da Cateno De Luca. Fresca di nomina, l’ex viceministra pentastellata con delega all’Economia nei governi Conte 1, Conte 2 e Draghi, ha l’obiettivo di continuare a far crescere a livello nazionale “Sud chiama Nord”.
Come?
“In tutta Italia si stanno costruendo i comitati, le persone si aggregano. Cresceremo passando dalla maggiore radicazione sul territorio siciliano dove siamo primo partito e dove c’è un grande lavoro da continuare a fare perché l'obiettivo è quello di vedere la Regione finalmente guidata da Cateno De Luca".
E le elezioni europee? Vi state organizzando?
“L’elettorato di Sud chiama Nord, così presente nel Sud Italia, ha voti che sono utili a eleggere un europarlamentare e questo si può fare con altre forze politiche, e per questo stiamo dialogando con formazioni alternative al governo per portare un esponente di Sud chiama Nord in Europa”.
Anche con i 5 Stelle?
“Ci sono dei dialoghi in corso con le forze alternative al governo. Si sta costruendo un percorso. L’obiettivo è canalizzare l’elettorato di Sud chiama Nord”.
Lei che è stata una autorevole esponente dei 5 stelle, con incarichi di governo, può dire che cosa resta oggi del grillismo?
“Io, insieme ad altri, l’ho fondato il Movimento 5 Stelle. Ha fatto la sua evoluzione e l’ho abbandonato perché non lo riconoscevo più. So quello che c’è in Sud chiama Nord e c’è la voglia di amministrare bene, raccontando la verità, senza raccontare cose che non si possono realizzare, con l’esperienza di chi l’ha già fatto, una capacità di scuola politica reale, non solo sulla carta e con un grande senso di giustizia nelle istituzioni, ma soprattutto per creare quel concetto di equità territoriale di cui tanti parlano. Per quanto ci sia una maggioranza che punta alla legge sul federalismo e una opposizione che fa finta di fare opposizione, la realtà è che i cittadini continuano a vivere in un’Italia divisa in due”.
Conte la convince?
“Non deve convincere me. Ho fatto la mia scelta, quando non mi piace più qualcosa cambio strada. Oggi ritengo che il mio futuro da investire nella cosa pubblica sia adeguatamente riposto in un progetto come questo (Sud chiama Nord ndr) che ha dei valori”.
Volete riequilibrare il peso della Lega al Nord?
“Anche al Nord c’è un grande principio di autonomia come quello che c'è in Sud chiama Nord e che cerchiamo di far valere. Ci sono punti di contatto tra la vecchia Lega e Sud chiama Nord. Ma quello che la Lega chiama autonomia non è autonomia e la dimostrazione è la Legge Calderoli che è una norma romanocentrica. C’è una grossa presenza al Sud per noi e c’è una grande riconoscibilità al Nord”.
Siete di destra o di sinistra?
“Quando amministri ci sono le cose giuste e le cose sbagliate”.
Quindi vi alleerete con chi ci sta?
“No, non è il nostro modo di operare. I candidati sindaci di Sud chiama Nord nelle città vanno da soli”.
E alle prossime elezioni politiche?
“Sono molto distanti. Invece sul tema regionale, in Sicilia, c’è un dialogo costruttivo con Pd e M5s”.
Grillo lo sente ancora?
“Ultimamente non mi è capitato”.