Qatargate, la Tangentopoli europea: tremano Mogherini, Bonino, Avramopoulos
Panzeri avrebbe usato proprio la fondazione di una nuova Ong “Fight Impunity” per rafforzare il suo sistema di potere. Nel board grossi nomi
Qatar-gate, tremano i big: Mogherini, Bonino, Avramopoulos
Lo scandalo delle mazzette dal Qatar ad esponenti dell’Europarlamento, membri eletti e funzionari, con il fine di influenzare positivamente l’immagine del Qatar sui Mondali di calcio 2022, è destinato ad allargarsi. Come una macchia d’olio. E’ un terremoto che scuote Bruxelles, scuote la sinistra europea, fa titubare i popolari, e rianima i populismi. In questa vicenda ci sono tutti gli ingredienti per un scandalo in salsa UE: la superiorità morale della sinistra, l’europeismo di convenienza, l’omertà brussellese, l’arroganza del potere.
Chi frequenta i caffè di Place Luxembourg bisbiglia sotto voce che non c’è da meravigliarsi, ma Bruxelles è sotto choc. Anche perché il caso è stato scoperto dalla magistratura belga e non dalla leggendaria OLAF (l’ufficio europeo anti frode). Da ieri pomeriggio è iniziata la caccia all’uomo: in ogni atto parlamentare, missione all’estero o dichiarazioni stampa, si cercano quei membri dell’emiciclo che hanno parlato bene dei mondiali in Qatar. Tutti sospettano di tutti, nessuna grande famiglia europea ha già preso posizioni nette. Anche il più pulito ha la rogna si dice in questi casi. E allora meglio tacere ancora un po’ e verificare se qualcuno dei propri è finito nei tentacoli della piovra. Ci si nasconde dietro a “forte sconcerto”, “siamo indignati”, “si faccia piena luce”.
Purtroppo questo episodio è qualcosa di inedito per l’Unione Europea ma non per l’Italia. La vicenda della Vice Presidente del Parlamento Europeo che nascondeva in casa un sacco pieno di banconote, ricorda una lunga lista di triste vicende italiche: dalla glamour Lady Poggiolini, che nascondeva le tangenti nel divano del salotto di casa, agli episodi più recenti di corruzione in nord italia, con le mazzette sotto vuoto nel congelatore. E anche in questa vicenda l’Italia ricopre un triste ruolo: agli atti della magistratura belga emerge che il fulcro del “Qatar gate” ruoti intorno ad un gruppo di italiani da sempre di sinistra, quelli che per tutti sono sempre “dalla parte degli ultimi”. Al centro c’è l’Ex Eurodeputato Antonio Panzeri prima Pd poi Articolo 1.
Insieme a lui, secondo gli inquirenti, il capo del più grande sindacato mondiale, anche lui italiano, Luca Visentini. Grazie a una rete di collaboratori ed ex collaboratori hanno scalato i diversi livelli del Parlamento Europeo, fino ad arrivare alla greca Vice Presidente del Parlamento Eva Kaili. E’ il senso di impunità che pervade questa vicenda a farci percepire tutti i sapori italiani: l’ardire di Visentini, che si suppone avesse già preso parte alle condotte ipotizzate dai magistrati, quando si è fatto eleggere capo del più grande sindacato del mondo; quello di Panzeri impegnato a reinvestire i “proventi” in una nuova casa a Cervinia e infine la Kaili che avrebbe mandato il padre con una valigia a portare via i soldi dalla propria casa, forse per nasconderli agli inquirenti.
Le cattive notizie per la Sinistra, non finiscono qui. Nel bel mezzo dello scandalo Soumahoro, che aveva già dato un altro colpo ferale alla reputazione delle Ong, scopriamo che Panzeri avrebbe usato proprio la fondazione di una nuova Ong “Fight Impunity” per rafforzare il suo sistema di potere in modo da attutire la sua non rielezione al Parlamento europeo nel 2019, dopo essere stato in carica per tre legislature. Ed è questa Ong che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno: Fight Impunity ha nel suo board personaggi di spicco della storia europea, da Emma Bonino a Federica Mogherini, fino ad arrivare a Dimitris Avramopulos (l’ex Commissario Europeo greco con una delega importante, come quella della immigrazione) che, ironia del destino è proprio lui il candidato greco - arrivato terzo in graduatoria - per l’incarico di Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per i rapporti con i Paesi del Golfo, tra cui il Qatar.
Il Board di Fight Impunity, composto con astuzia da Panzeri in modo trasversale, inibisce tutti: Federica Mogherini viene dalla famiglia socialista, Emma Bonino si è sempre collocata nei Liberali, Avramopulos è del Partito Popolare, molto vicino al governo italiano. Nessuno di loro è indagato e uno dopo l’altro si stanno dimettendo da quel board. Siamo di fronte alla prima tangentopoli europea. Un monito per alcuni meccanismi di Bruxelles, dove sempre più le Ong influenzano l’azione delle istituzioni, dove la superiorità morale non solo della sinistra, ma dell’Europeismo tutto, si infrange contro uno scandalo in cui la palese verità è che coi soldi si può piegare alle proprie convenienze il giudizio su un paese distante anni luce dai valori europei. I totem della sinistra fanno i conti coi troppi scandali, questo sta producendo una crisi di credibilità rispetto ai capisaldi della sua narrativa tradizionale. Quanto ci vorrà per riscattarla?