Lega, Salvini punta a Chigi o Viminale. Via libera a Meloni premier

Elezioni, non ci sarà la lista unitaria Lega-Forza Italia

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni Matteo Salvini 
Politica
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Fonti qualificate leghiste assicurano che "non c'è alcun veto" sull'ipotesi Giorgia Meloni premier


Punto numero uno, alle elezioni politiche che ci saranno dopo l'estate, ormai manca solo l'ufficializzazione della data, non ci sarà alcuna lista unitaria tra la Lega e Forza Italia. Lo assicurano ad Affaritaliani.it fonti ai massimi livelli del Carroccio. Da un lato non ci sono i tempi per una fusione forzata, dall'altro non è affatto detto che mettendo insieme due partiti convenga, come dicono i sondaggisti. Quindi la Lega Salvini Premier si presenterà in autonomia, ovviamente all'interno del Centrodestra, da Bolzano a Palermo.

L'obiettivo di Matteo Salvini, malgrado i sondaggi, è quello di essere la prima forza della coalizione per diventare poi presidente del Consiglio. Ma anche in Via Bellerio tutti sanno che i numeri attuali danno Fratelli d'Italia come primo partito del Centrodestra e forse anche primo partito del Paese. Le fonti qualificate leghiste assicurano che "non c'è alcun veto" sull'ipotesi Giorgia Meloni premier. Se FdI sarà la prima forza politica della coalizione e Giorgia Meloni vorrà andare a Palazzo Chigi otterrà un leale via libera dal Carroccio. Senza se e senza ma. In quel caso, come ha detto più volte lo stesso Salvini, la Lega rivendicherà la guida del ministero dell'Interno con un possibile ritorno al Viminale del segretario.

Quanto al programma elettorale, ancora tutto da definire e da scrivere in intesa con gli alleati, i punti chiave, oltre alla sicurezza e al contrasto dell'immigrazone clandestina (da qui il Viminale), sono la riduzione della pressione fiscale (Flat Tax), la pace fiscale con la rottamazione delle cartelle, la riforma della Giustizia, il superamento definitivo della Legge Fornero (ipotesi quota 41 per andare in pensione), il sostegno alle famiglie e alle imprese in questa frase di crisi (considerando in particolare il caro-bollette e l'inflazione), una svolta energetica con l'apertura al nucleare pulito e una revisione dei trattati europei per superare le regole pre-Covid come il 3% del rapporto Deficit-Pil.