Lega, il no al Green Pass? Strategico per ottenere altro. Ecco che cosa e come
Il no al Green Pass in chiave anti-FdI: la Lega punta sui dossier economici
"La Lega alza solo la temperatura, Amministrative e semestre bianco sono un mix esplosivo". All'indomani del voto in Commissione contro il Green Pass da parte del leghista Claudio Borghi è questa la lettura che danno fonti qualificate del Partito Democratico. Nessuna crisi di governo all'orizzonte, insomma, ma una scontata e attesa fibrillazione politica legata sia al voto del 3-4 ottobre per i comuni sia al fatto che non essendoci più la possibilità di sciogliere le Camere da parte del Presidente Sergio Mattarella le forze politiche si sentono più libere di muoversi in Parlamento senza troppi vincoli di maggioranza e di governo.
GREEN PASS, NESSUNA TELEFONATA DRAGHI-SALVINI. PRESTO SI INCONTRERANNO Nessuna telefonata fra il premier Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini per commentare il voto sul Green Pass. I rapporti tra Salvini e Draghi erano e rimangono più che cordiali, e nei prossimi giorni si rivedranno per concordare e organizzare l’impegnativa agenda di riforme per l’autunno, da quella della Pubblica Amministrazione a quella degli appalti, dalla riforma fiscale a quella previdenziale. Lo affermano fonti della Lega. |
Enrico Letta ha chiesto immediatamente un chiarimento politico, ma sa perfettamente - spiegano le stesse fonti - che Borghi fa parte di quella fetta del Carroccio non maggioritaria, insieme ad Armando Siri e Alberto Bagnai, che serve a Matteo Salvini per non lasciare a Fratelli d'Italia e a Giorgia Meloni la bandiera della protesta contro le misure di contenimento del Covid-19 e, sostanzialmente, contro l'obbligo vaccina surrettizio che di fatto è il Green Pass. La Lega incassa il colpo, tranne qualche uscita più che altro mediatica e tattica, come quella appunto di Borghi, per provare a incassare su altri fronti.
E di dossier 'caldi' sul tavolo ce ne sono parecchi. Il primo fra tutti è quello del Viminale e dell'emergenza sbarchi (non i profughi afghani), con la pericolosissima (politicamente) mozione di sfiducia di FdI alla ministra Luciana Lamorgese che incombe a Palazzo Madama. L'obiettivo del Carroccio è quello di un incontro a tre - Draghi, Lamorgese, Salvini - per mettere a punto un piano di intervento per arginare gli arrivi sulle coste italiane, mentre il presidente del Consiglio continuerà a lavorare sul lato europeo per i ricollocamenti e sul lato nord-africano (insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio) sul fronte dei rimpatri e del blocco delle partenze.
Ma la vera polpa, il famoso 'where's the beef', sono i dossier economici. In cima certamente la riforma delle pensioni con la fine il 31 dicembre di Quota 100, dopo tre anni di sperimentazione. Salvini, nonostante le parole pronunciate domenica scorsa a La Piazza di Affaritaliani.it, sa perfettamente che il rinnovo della misure è impossibile, ma conta di evitare il ritorno alla Legge Fornero e di trovare una soluzione intermedia (che sarebbe certamente un successo leghista da spendere poi in campagna elettorale per le Politiche). Altro tema è quello del reddito di cittadinanza, nessuna abolizione della misura targata 5 Stelle ma stretto legame con il mondo del lavoro con la possibilità che i contributi statali vadano direttamente alle aziende in cambio dell'assunzione di una persona disoccupata. Obiettivo cancellare i tanti casi di furbetti del RdC che abbiamo visto in questi mesi.
Terzo punto il Fisco. Oltre a una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e un'estensione della platea di chi può beneficiare di una sorta di pax con l'Agenzia delle Entrate, la Lega punta a estendere la cosiddetta flat tax per i lavoratori autonomi e Partite Iva, oltre a una rimodulazione delle aliquote Irpef per favorire in particolare il ceto medio-basso. Insomma, la Lega alza il tiro sul Green Pass con Borghi, sapendo che Draghi intende tirare dritto, per incassare sul fronte caldo dell'immigrazione/Viminale/Lamorgese e sui tanti dossier economici aperti.