Lega: "Il nuovo Patto Ue fa schifo. Draghi ha pensato solo alla sua carriera"
Borghi (Lega): "Il nuovo Patto Ue fa schifo. Draghi ha pensato solo alla sua carriera". Intervista
"Draghi è parte del problema, non è la soluzione"
"Quando c'è un voto di astensione in UE vuol dire che ci sono aspetti negativi e altri positivi. Quelli positivi sono che si tratta di un compromesso migliore delle regole pre-Covid, ottenuto durante le negoziazioni a cui ha partecipato per l'Italia il ministro Giorgetti, gli aspetti negativi sono che il nuovo Patto di Stabilità fa schifo". Così Claudio Borghi, capogruppo della Lega in Commissione Bilancio al Senato, commenta con Affaritaliani.it l'astensione della Lega e dell'intero Centrodestra al Parlamento europeo sulla riforma del Patto di Stabilità. "Si tratta della solita cosa congeniata dall'euro-burocrazia che non è per niente quello di cui avremmo bisogno per recuperare la crescita economica persa in questi anni. Se si vota a favore vuol dire che lo si condivide, se si vota contro vuol dire riconoscere che erano meglio le regole precedenti, cosa che oggettivamente non è, ecco perché si è arrivati all'astensione unitaria del Centrodestra, anche per non arrivare al voto in ordine sparso".
"L'obiettivo vero - spiega Borghi - è stravincere alle prossime elezioni europee in tutto il Continente per far cambiare indirizzo a questi errori di base che l'Unione europea continua a commettere su come gestire l'economia e tornare alla crescita".
Mario Draghi presidente della Commissione europea sarebbe la soluzione migliore per l'Italia? "Ovviamente no. Draghi è parte del problema, non è la soluzione. Quando è stato incaricato di svolgere il ruolo di presidente del Consiglio la speranza era che giocasse a Bruxelles nell'interesse dell'Italia per migliorare la situazione per il nostro Paese. Invece, in tutto il tempo che è rimasto a Palazzo Chigi in carica come premier non ha fatto niente per migliorare la governance europea. Ha pensato solo alla sua carriera personale. Ora da parte sua pare ci sia una sorta di retromarcia, visto che parla di meno austerità, di aumentare i salari... un ripensamento non credibile da parte di chi ha portato avanti per anni, a partire dalla famigerata lettera BCE, l'ideologia dell'austerità. In ogni caso anche dando per buona la conversione, Draghi parla di più Europa e di debito comune, soluzioni opposte a quelle che ci vorrebbero. Ci vuole più Italia e meno Europa", conclude Borghi.