Lega, malumori a Varese: “Salvini ha sbagliato tutto in Europa”

Troppi slogan e pochi fatti. L’ex capogruppo del Carroccio alla Camera Reguzzoni: “Matteo ascolti gli insofferenti”. Traballa la segreteria Salvini

di Gabriele Penna
Matteo Salvini
Politica

“Salvini ha sbagliato tutto in Europa. Italia irrilevante". Lega, monta il malumore a Varese

“È stato un errore clamoroso mettere la Lega all'opposizione in Europa nel 2019” e se “errare è umano, perseverare è diabolico”. È tranchant Marco Reguzzoni, ex presidente della provincia di Varese della Lega Nord ed ex capogruppo alla Camera dei deputati ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi.

Interpellato da affaritaliani.it, Reguzzoni, oggi presidente dell'associazione politica "I Repubblicani", amministratore di una società attiva nell'acquisto e ristrutturazione di beni immobili e Ceo di Biocell Center Corporation, azienda attiva nel campo dello studio e della ricerca sulle cellule staminali placentari, è esponente di quel Settentrione profondo insoddisfatto.  Lui ci tiene a precisare che la Lega “non è più il mio partito” e “sono dieci anni che non ho la tessera”, “sto bene così”, ma il punto non è questo. Il problema è “non avere peso politico in Europa”, oltre che in Italia.

Servirà a poco l’ultimo slogan buttato lì da Matteo Salvini per chiedere al suo governo di “fare di più” per gli agricoltori, ricevuti ieri a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni. L’ultima piccola e tardiva battaglia sull’esenzione dell’Irpef per il settore agricolo non sposta nulla. I lavoratori della terra sono già arrabbiati e più di quello che ha promesso Meloni, e che affaritaliani.it ha pubblicato ieri mattina in anteprima (esenzione Irpef sotto i 10mila euro), non sarà concesso.

È tardi, appunto. E il leader della Lega sa che il risultato che uscirà fuori dalle elezioni europee non sarà solo l’occasione di tentare di rinegoziare i rapporti di forza all’interno della maggioranza di Centrodestra, ma anche un appuntamento per provare a tenere ancora buona la base del Carroccio che al Nord è sempre più insofferente nei confronti del suo segretario. I malesseri degli agricoltori non sono niente se si mette l’orecchio nei territori.

In particolare a Varese, provincia da cui viene il numero due della Lega e ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e da cui proviene proprio Reguzzoni. Lì le fibrillazioni iniziano a manifestarsi con una certa frequenza e hanno un motivo ben preciso: l’irrilevanza della Lega. L’Italia in Europa non incide, non orienta le politiche comunitarie. Il contrario di quello che i leghisti promettevano. L’insofferenza ha anche altre motivazioni: la segreteria verticale di Salvini che ascolta poco e va avanti a botte di propaganda.

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“Non serve a niente stare in Europa senza sedere ai tavoli che contano”, dice Reguzzoni, che elogia l’accortezza di Meloni di agganciare i Popolari e flirtare con Ursula von der Leyen. “Matteo è intelligente – chiarisce Reguzzoni -, ma deve ascoltate i malumori”. Nel 2019 il risultato record della Lega alle Europee è stato pressoché inutile. “Che senso ha mettere 23 parlamentari europei all’opposizione?”, si chiede l’ex capogruppo del Carroccio a Montecitorio.

Non basta più mettere qualche milione di euro nella Legge di Bilancio e annunciare urbi et orbi che finalmente il Ponte sullo Stretto si farà quando “il potere d’acquisto si riduce” e nel Mezzogiorno a mettere in piedi l’opera (ipotesi che a oggi pare veramente remota) saranno i lavoratori di Calabria e Sicilia. Non bastano più le intemerate, definite da qualcuno come “capricci”, sulla pista da Bob per le Olimpiadi invernali del 2026 che Salvini vuole a Cortina, anche se i costi sarebbero ben più onerosi, come ammette Giorgetti, “pentito” di aver candidato l’Italia ai tempi del primo governo Conte.

E nemmeno il progetto autonomista basta più a tenere buoni i leghisti del Nord. Il Disegno di legge Calderoli, dopo le mediazioni con i partner di maggioranza, è stato annacquato rispetto all’idea originale di federalismo. La stagione della turbo-propaganda deve finire. È quello che chiedono i pragmatici imprenditori del Nord che hanno a modello Luca Zaia. “Errare è umano, perseverare è diabolico” è una locuzione che a 4 mesi dalle elezioni europee somiglia a un avvertimento a Salvini e alla sua segreteria.

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