Lega, battaglia sotterranea al Nord. Spifferi sulla leadership di Salvini

Nostalgia strisciante del "Grande Nord" e malessere diffuso: tensioni nel Carroccio

Politica
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La Lega di Salvini "scricchiola nella sua culla"

"La Lega è oggi un silenzioso concentrato di malessere e nostalgie. I sondaggi in picchiata da oltre due anni a questa parte e l’assenza di congressi sono un cocktail che non genera ancora un dissenso organizzato, ma focolai locali sempre più numerosi". Così descrive il Carroccio un reportage di Repubblica a firma di Emanuele Laria e Matteo Pucciarelli, secondo cui la Lega "scricchiola nella sua culla".

Scrive Repubblica: "Rivivono vecchie sigle, antiche correnti di pensiero. A Milano l’ultimo segretario eletto è stato Davide Boni, già vicepresidente del Consiglio regionale: ha chiuso il suo mandato nel 2017. Oggi Boni, come molti leghisti rimasti legati al verde indipendentista e federalista, è transitato in Grande Nord". Si legge ancora: "Si sono rimessi al lavoro con più forza vecchi indipendentisti come Roberto Stefanazzi, segretario dell’associazione Gilberto Oneto e Giuseppe Leoni, che nell’87 sbarcò in Parlamento assieme a Bossi e che l’anno scorso ha fondato il movimento Federalismo sì. Ci sono sindaci in provincia di Mantova che non hanno mai voluto la tessera della Lega per Salvini premier e una pletora di amministratori, fra la bergamasca e la zona di Cremona che spingono per riportare il simbolo della Lega Nord nei Consigli comunali".

Lega, i lombardi scontenti: "La scusa del Covid per rimandare il confronto non regge più"

Repubblica cita diversi dirigenti lombardi che hanno parlato con richiesta di anonimato: "La scusa del Covid per rimandare il confronto non regge più. La verità — dice un deputato lumbard — è che si vuole spostare tutto in avanti, non fare un chiarimento prima delle Politiche. Non c’è malessere, c’è proprio rassegnazione. L’encefalogramma è piatto nel territorio".

Nel frattempo, conclude Repubblica, "al Pirellone da tempo si parla di uno scouting in corso della vicepresidente Letizia Moratti per creare un proprio gruppo in Consiglio e tra quelli in bilico, indecisi se accettare, ci sono anche un paio di leghisti. In questo clima, diversi uscenti senza ruoli di partito hanno preso a sventolare la norma dello statuto della Lega che impedirebbe la candidatura di un responsabile territoriale. L’ultimo attacco ai colonnelli di Salvini, nella battaglia sotterranea che infiamma il Carroccio".


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