Lega triplicata da Meloni in Veneto. La guida della regione a FdI: il nome c'è

Europee, Lega e Salvini "traditi" dal Nord. I numeri parlano chiaro

Di Alberto Maggi
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Luca Zaia, governatore del Veneto, con le regole attuali non potrebbe ricandidarsi alle elezioni Regionali del 2025.
Politica

Ora l'autonomia regionale subirà un rallentamento e il provvedimento sarà più soft

 

A "tradire" la Lega è stato ancora una volta, come alle Politiche del 2022, il Nord. Il sorpasso subito da Forza Italia e la mancata doppia cifra che era l'obiettivo di Matteo Salvini non si sono realizzati a causa del flop nel Settentrione. I dati parlano chiarissimo. Nonostante il boom personale di preferenze del generale Roberto Vannacci, guardando i dati delle cinque circoscrizioni il quadro per il Carroccio è chiarissimo. Nelle Isole la Lega ha fatto un ottimo 7%, al Sud il 6,85% e al Centro il 7,01%. Percentuali tutto sommato discrete, anzi buone considerando la concorrenza nel Centrodestra e non solo. Il problema della Lega è che al Nord Ovest ha raccolto solo l'11,9% e al Nord Est addirittura si è fermata al 10,18% con il clamoroso flop in Veneto: 13,16% triplicata da Fratelli d'Italia.

In parte può aver pesato l'annuncio di Umberto Bossi di votare Forza Italia, ma certamente è mancato l'impegno in campagna elettorale al Nord di molti amministratori e militanti, Luca Zaia in testa. A questo punto il cammino dell'autonomia regionale potrebbe subire un rallentamento e il provvedimento potrebbe essere modificato per renderlo meno incisivo. E soprattutto queste Europee sono la pietra tombale sul terzo mandato che voleva la Lega per i presidenti di regione e Fratelli d'Italia pretenderà senza se e senza ma la guida del Veneto nel 2025. Il nome Giorgia Meloni lo ha già in testa: Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario al Senato.