Legge elettorale, la destra punta sul nuovo "porcellum". Proporzionale con listini bloccati: niente preferenze
La ministra delle Riforme Casellati: "La proposta entro ottobre". Opposizioni contrarie: "Offerte misere". Il confronto parte in salita
Maria Elisabetta Alberti Casellati
Ministri per le riforme istituzionali della Repubblica Italiana
Legge elettorale, ma si lavora sempre a un "porcellum", questa volta mini
Per poter realizzare la "madre di tutte le riforme", vale a dire il Premierato tanto caro a Giorgia Meloni, serve una nuova legge elettorale. A questo sta lavorando la ministra delle Riforme Casellati: "Faremo una proposta a ottobre". Ma la nuova legge sembra in realtà qualcosa di noto, si lavora a un nuovo "porcellum", un sistema proporzionale con listini bloccati ma senza preferenze. Questa idea, negli ultimi giorni, insieme anche ad altre ipotesi meno avvalorate, - riporta La Repubblica - è arrivata alle orecchie dell’opposizione con il tentativo di sondare il terreno prima di avviare ufficialmente il confronto. "Per adesso solo piccolezze, proposte misere", è il giudizio lapidario che fa capire quando il confronto, con questi presupposti, partirebbe in salita. L’obiettivo, e sarebbe questo l’unico punto che trova d’accordo centrodestra e Pd, è approdare al bipolarismo.
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Come si corre? Con listini corti e bloccati. Un ritorno al passato, dunque, alla legge Calderoli che la Consulta nel 2014 aveva in parte dichiarato incostituzionale. Le voci si fanno sempre più insistenti, anche se gli esponenti di governo rimangono coperti e la versione ufficiale è: "Ancora non c’è nulla di serio". Di certo questa ipotesi di riforma, fortemente voluta da una gran parte dei parlamentari, deve superare il vaglio della premier che da sempre si è esposta a favore delle preferenze.
Resta da decidere se ci sarà o meno un premio di maggioranza, come nel caso delle Regionali. Verrebbero poi ridisegnati i collegi che dunque, a loro volta, coprirebbero delle aree più piccole rispetto a quelli attuali previsti del cosiddetto Rosatellum bis. "Niente preferenze, che la Consulta nel 2014 ha dichiarato facoltative, e meno nomi nel listino, ecco la soluzione affinché la nuova legge non sia incostituzionale. Chiamiamolo quindi un mini-porcellum", è la convinzione che circola tra i parlamentari azzurri.