Salvini medita la "vendetta" anti-Meloni. M5S, la lite Conte-Di Maio... Inside

Legge elettorale fondamentale per capire come finirà la guerra nel Centrodestra e quella nel M5S

Di Alberto Maggi
Camera dei Deputati 
Politica
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Legge elettorale, con il proporzionale cambia tutto


La cartina di tornasole di quanto sta accadendo tanto nel Centrodestra quanto nel Movimento 5 Stelle è la legge elettorale. Dal sistema con il quale gli italiani andranno alle urne nel 2023 dipende l'esito della riorganizzazione interna ai due principali schieramenti, terremotati dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Se resta l'attuale legge, il Rosatellum (due terzi proporzionale e un terzo maggioritario-collegi uninominali), alla fine sia Salvini, Meloni, Berlusconi sia Conte e Di Maio troveranno un modo per restare insieme senza scissioni o clamorosi cambiamenti della geografia politica.

Al limite potrebbe nascere un "centrino" attorno a Renzi e Toti (ma non Brugnaro) che, insieme a Mastella e forse a Casini, cercherà di essere ago della bilancia in caso di pareggio elettorale. Tutto cambia, invece, nel caso in cui in Parlamento ci fosse una riforma elettorale in senso proporzionale, quasi certamente con sbarramento al 4 o 5%. A spingere in questo senso è soprattutto il Partito Democratico, d'accordo più o meno tutte le anime pentastellate, mentre nel Centrodestra solo Fratelli d'Italia è ferocemente contraria. E' evidente, con il proporzionale Meloni potrebbe anche vincere come primo partito le elezioni del 2023 ma resterebbe isolata all'opposizione.

E infatti esiste, stando ai rumor, l'ipotesi che la "vendetta" di Salvini possa concretizzarsi proprio con l'ok al proporzionale, insieme ai giallo-rossi, in chiave anti FdI. L'addio al maggioritario significherebbe anche l'addio alle coalizioni, con i partiti che corrono da soli e, dopo il voto, le maggioranze si formano in Parlamento. In questo caso, oltre alla guerra tra Lega e FdI, sarebbe probabile la scissione di Forza Italia, con una parte guidata dai ministri Brunetta e Carfagna verso il "centrino" di Renzi e Toti. Non solo, il proporzionale faciliterebbe la disgregazione del Movimento 5 Stelle.

Di Maio, che anche se ottenesse la deroga al vincolo del doppio mandato non toccherebbe palla nella compilazione delle liste elettorali M5S finendo così isolato nella prossima legislatura, sarebbe pronto a mollare Conte convergendo verso il nuovo "centrino" (che a quel punto diventerebbe un centro) popolare, moderato d europeista. Anche un 5/6% sarebbe comunque determinante dopo il voto per la formazione del nuovo governo. In sostanza, per capire come andrà a finire tra gli ex grillini e nell'ormai Centrodestra occorre osservare bene il dibattito sulla legge elettorale nelle prossime settimane.

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