Letta, Meloni e il Cavallo di Troia psicologico per far cadere il Centrodestra

Letta perdente sul campo punta a dividere Meloni, Salvini e Berlusconi riconoscendo la leader di FdI come unica avversaria

l'opinione di Paolo Diodati
Politica
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Elezioni politiche 2022, la strategia di Letta per far litigare Meloni, Salvini e Berlusconi

Tutti, o quasi, a dire che Letta le ha sbagliate tutte. E che continua a non azzeccarne una. Non si contano gli articoli che, quotidianamente, gettano aceto sulle ferite di quello che viene ritenuto il peggior segretario che abbia mai avuto il più grande partito di sinistra. Credo che Zingaretti sia un assiduo lettore de La Verità, per verificare che non abbia sognato di sentire e leggere che sia stato addirittura spodestato da capoclassifica dei peggiori, cosa che sembrava assolutamente impossibile.

Su La Verità non passa giorno che non si trovi un de profundis per l'immediato futuro di Enrico, il dilapidatore. Per giunta l'ex peggiore, Zingaretti, gettò la spugna in modo clamoroso e indecente "Non ne posso più d'esser tirato sempre per la giacchetta... per avere favori... ".  Ho detto, sin dall'inizio, clamoroso e indecente.  Ma un giovane deluso dalla "sua" sinistra, mi ha corretto proprio oggi, in termini sorprendenti: "Modo indecente, perché ha detto la verità? Bisognerebbe fargli un monumento in tutte le piazze d'Italia, magari levandone qualcuno a Garibaldi!"

Letta, che viene descritto "disperato", non mostra segni di cedimento. Anche lui sarà tirato per la giacchetta tutti i giorni e da mattina a sera, ma non ci pensa proprio a mollare tutto, tornando in Francia a insegnare come si fa politica ad alto livello... per perdere. Ha sbagliato con Conte? Ha risbagliato con Calenda? Lui, perdendo sempre più consensi a sentire i sondaggi, continua a spiegare come stanno le cose col famoso Rosatellum, tra sistema maggioritario e proporzionale, voluto dal PD e che il "mago" Calderoli salutò come responsabile della futura fine del PD!                                                                                 

Letta, il Rosatellum e il Pd. Storia di un suicidio perfetto

Ha sbagliato, e alla grande, nel presentare Casini addirittura a Bologna, con la speranza che i bolognesi giovani non sappiano chi sia, che molti dei vecchi penseranno che sia un parente di quel parruccone di democristiano, Comunione e Liberazione, che ricordano e che chi lo riconoscerà, voterà di corsa per Rizzo? Lui, Letta, "sta sereno", pensando che Pierfy, con un'altra verniciatina di rosso, possa attenuare il suo profumo di biancofiore, potendo sperare, per aspetto fisico e signorilità di modi, d'ostacolare un'eventuale corsa al Quirinale del sempre più pericoloso Draghi. La rozza e infelice uscita "qualunque governo andrà bene", dimostra infatti, volendo guadagnare un po' di simpatie tra i meloniani, che la sua "fissa" sia restata quella del Quirinale. Gli brucia ancora che, quando fu costretto a fare buon viso a beffarda sorte, si beccò di certo del pivellino abboccone, anche in casa, dalla consorte.

Ma qual è la mossa azzeccata davvero da Letta? È una mossetta, visto che nessuno ne parla? No, è stata una mossa alla Ulisse del cavallo di Troia... . E ... ne parlano in tanti, anche se non sui giornali o in tv. Un Cavallo di Troia psicologico, inserito nel Cdx, sponsorizzando la Meloni, gratificandola con partecipazioni a incontri pubblici di ogni tipo, a partire, guarda caso, dall'inizio dell'estate scorsa. Il rapporto privilegiato, tra nemici-amici, la sponsorizzazione della "fascista pescivendola", ha contribuito al decollo definitivo della leader di FdI. Ormai americanizzati, li abbiamo imitati anche nell'uso elettorale dell'endorsement (vedi cosa sono gli endorsement e che peso hanno sul voto).

Che c'entra l'idea geniale del Cavallo di Troia?  Allora, ricordiamo prima i numerosi eventi in cui si sono mostrati in pubblico insieme. Tanto per intenderci immediatamente sull'azzeccatissima messa a punto del Cavallo di Troia psicologico: Ulisse lasciò il cavallo in regalo ai nemici la cui casa non riusciva a espugnare e questi, sorpresi, evidentemente furono ben lieti, portandosi la "bomba" in casa. Letta, consapevole dell'impossibilità di vittoria sul campo, anche grazie a tutte le sue mosse errate, ha seminato zizzania in campo nemico, trovando una terna ideale per un ottimo raccolto, che potrebbe addirittura farlo passare per un attimo stratega, che perde una battaglia, ma vince la guerra.

Ho scritto più volte "la Meloni sarà la rovina del Cdx" in tempi in cui cominciava a manifestare la sua inidoneità caratteriale, e quindi di stile, per il premierato. Ora, con i suoi bagni di folla, le sue esternazioni "sopra le righe", il suo ostentato decisionismo, la superficialità con cui ha seguito e segue la linea di Crosetto che non sa che per Donetzk e dintorni, Putin e le sue truppe rappresentano l'arrivo dei nostri, Giorgio Bianchi dà la sveglia. Tutto ciò risottolineato, la Meloni dimostra d'aver abboccato alla strategia di Letta, d'essersi montata la testa e di mettere a dura prova la resistenza-pazienza dei due "leoni", costretti a recitare la parte degli agnelli che ridono. Salvini (che continua a far sventolare "Salvini Premier") dice, giustamente, "rivedremo" la nostra posizione sulla guerra". Immediatamente viene bacchettato da Letta, a cui fa immancabilmente eco un inopportuno e cafonesco "La linea del governo, non cambierà!"

Alla faccia della collaborazione presente e futura e del detto "Prima tra pari". Ho contattato Sgarbi, domandandogli la stessa cosa chiesta a Capezzone: anche se fuori tempo massimo, cercassero di convincere quanta più gente possibile a votare per chi vuol far cessare la guerra, ricordando che questa volta lo scontro destra-sinistra è ridicolo (all'interno sono entrambe spaccate sulla guerra) e dannoso, visto che il vero scontro dovrebbe essere tra chi è per una neutralità attiva e chi, seguendo il sonnambulo Biden, vuole continuarla a oltranza, come la Giorgia, decisionista, che sente già i media di tutto il mondo gridare: "Una sola donna al Comando! Siamo, finalmente, alla nascita di un Nuovo Mondo!"

Con questo Cavallo di Troia psicologico, quanto potrebbe durare il rapporto Giorgia-Berlusconi (che Mr B definisce figlia-padre) e Giorgia-Salvini (definito sorella-fratello dal loro padre, Mr B)? Le previsioni vanno dai tre mesi a un anno. Vedendo la pazienza e l'educazione, dimostrate dai due leoni domati, sarei più ottimista solo se a Zelensky venisse, a breve, riconosciuta l'infermità mentale.