Licenziamenti, Guerra (Mef): "Occorreva più tempo prima del via libera"

La sottosegretaria al Mef Guerra (Leu) parla con Affari: "Il caso brianzolo? Serviva un altro atteggiamento dell'impresa, ma non è un fallimento dell'accordo"

di Paola Alagia
cecilia Guerra
Lapresse
Politica
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Sull’accordo, fresco di firma (il 29 giugno scorso, ndr), tra governo e parti sociali per lo sblocco dei licenziamenti piomba come un fulmine a ciel sereno la decisione della Gianetti Fad Wheels, azienda brianzola leader nella produzione di cerchioni per veicoli pesanti, di lasciare a casa 152 lavoratori. Affaritaliani.it ne ha parlato con la sottosegretaria all’Economia Cecilia Guerra (Leu) che non ha nascosto il suo stupore: “Come è noto - dice al nostro giornale - sarei stata favorevole a un prolungamento del blocco dei licenziamenti non con criteri selettivi. O per lo meno non con criteri selettivi di tipo settoriale. Detto questo, l’accordo che è stato fatto, lo sapevamo, non è vincolante. Tuttavia, mi sarei aspettata da parte di un’azienda, che è associata a Confindustria, una modalità d’azione diversa. Non conosco nello specifico la condizione di quest’impresa, ma anche di fronte a una crisi - rimarca - è chiaro che un confronto con i lavoratori dovrebbe precedere azioni così gravi”.

Per la sottosegretaria al Mef, infatti, il nodo è proprio il rapporto con i dipendenti: “In una situazione di difficoltà per l’economia e la società come quella che sta vivendo il Paese, lasciare a casa, senza avvisaglie, i lavoratori è innanzitutto poco rispettoso delle persone”. Ecco perché, secondo Guerra, “questo atteggiamento nei confronti di chi lavora va stigmatizzato”. Un segnale che l’accordo vacilla? “Non lo leggo come un fallimento dell’accordo perché, ripeto, mi sarei aspettata che fosse prevalsa una volontà diversa da parte dell’impresa”. A questo punto, l’esponente di Leu confida nell’apertura di un tavolo “perché non si può pensare che le aziende possano decidere in totale autonomia la sorte dei propri dipendenti. E’ una concezione di attività d’impresa che non condivido: parliamo di persone e di un rapporto di reciprocità tra loro e le aziende. Perciò una decisione unilaterale non è accettabile”.

Alla domanda se alla luce di quanto accaduto sullo sblocco dei licenziamenti andasse forse individuata una strada diversa da seguire, infine, l’esponente di Leu non si sottrae: “Di strumenti per evitare casi così drastici ne sono stati messi in pista parecchi. Dunque, ci sono. Io avrei magari aspettato a liberalizzare i criteri di licenziamento proprio per rafforzarli. Se l’atteggiamento è quello che abbiamo visto, però, si rischiano conflitti sociali. Ed è quello che dobbiamo evitare. Ma il Governo si impegnerà per spingere i tavoli e, quindi, per accompagnare i lavoratori nei contesti di crisi”.