Lollobrigida e la fermata richiesta, Salvini: "Riprotezione passeggeri"
Il vicepremier parla per la prima volta del caso del Frecciarossa: "Ci sono stati altri 207 casi simili". Ma c'è qualcosa che non torna
Caso Lollobrigida, la fermata straordinaria a Ciampino. La verità dopo cinque mesi
Matteo Salvini parla per la prima volta del famoso caso della fermata straordinaria del Frecciarossa per far scendere il ministro Lollobrigida. Una vicenda che provocò un polverone politico e che risale al 23 novembre scorso. Il vicepremier, nonché ministro delle Infrastrutture, risponde così ad un'interrogazione parlamentare sulla misteriosa fermata. E ammette - riporta Il Fatto Quotidiano - il favore fatto al collega, rispondendo che la pratica rientrava nella "riprotezione per disguido a causa di ritardo del treno". Cosa significa "riprotezione" del treno? Salvini spiega che questo può avvenire nel caso di linea interrotta, di passaggio da "direttissima o linea lenta", oppure per treno in forte ritardo: in questi casi si possono far scendere i passeggeri alla prima località utile per "riprotezione del viaggio".
Leggi anche: Bombardieri sbeffeggia Lollobrigida e Salvini: il trenino in regalo a Meloni
Salvini sostiene che il caso Lollobrigida sia "assimilabile" ad altri 207 casi simili, come già specificato da Trenitalia. Ma per Raffaella Paita di Italia Viva, la deputata che ha chiesto spiegazioni ufficiali sul caso, "la risposta di Salvini - spiega a Il Fatto - è quella di un ministro che ammette di non contare niente: i vertici di Trenitalia gli hanno fatto tutto sotto il naso d’accordo con il ministro di Fratelli d’Italia e lui non ha nemmeno il coraggio di dire che vuole andare fino in fondo. Se il ministro si piega così significa che non ha alcun peso". Paita poi conclude: "La risposta di Salvini invece non mi convince perché il ministro non fa nomi e cognomi di chi ha autorizzato un simile privilegio".