Lucarelli: "Le donne del Pd con Bonaccini. Schlein ha vinto nonostante loro"
La giornalista: "Serracchiani e Quartapelle, nonostante le battaglie sulla parità di genere, alla fine hanno scelto il vetusto schema dell'uomo solo al comando"
Selvaggia Lucarelli smaschera le donne del Pd: "Tutte con Bonaccini"
Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. La sua elezione ha stravolto i piani di molti big tra i dem, ma soprattutto ha fatto emergere le contraddizioni all'interno del partito. Tante battaglie a favore delle donne e poi le militanti dem invece di appoggiare Schlein si sono riversate in massa sull'uomo solo al comando: lo sconfitto Bonaccini. Un mare di donne esterne al partito - rileva Selvaggia Lucarelli ul Fatto Quotidiano - ha scelto la Schlein. Questo è un fatto destinato a incidere non poco sulla comunicazione delle varie Ascani e Quartapelle, sempre così impegnate sul fronte delle battaglie più fotogeniche a favore delle donne, le stesse che poi, quando in gioco ci sono posti e potere, tornano improvvisamente legate ai vetusti schemi delle ancelle devote all’uomo solo al comando. Non potendo dire "Sostengo Bonaccini perché vince lui" e neppure “Schlein è impreparata, incapace, non abbastanza di sinistra”, hanno balbettato qualsiasi cosa.
Debora Serracchiani, - prosegue il Fatto - quella che stizzita si lamentava perché il nuovo governo vuole le donne un passo indietro, ha scelto Bonaccini davanti e Elly Schlein un passo indietro. Anche Lia Quartapelle, che scriveva "Senza quote rosa io non sarei qui", quella che ogni giorno si inventa un’iniziativa di quelle buone per uscire sui giornali, ovviamente a favore delle donne (roba del tipo “la Nazionale delle parlamentari”) e nemmeno due anni fa, lamentandosi, dichiarò addirittura: “Sulla rappresentanza di genere Berlusconi è stato più bravo di Zingaretti”. Ebbene anche lei ha scelto Bonaccini. Insomma, secondo loro Elly Schlein era una donna a caso, a quel punto meglio Bonaccini. Anna Ascani che, quando Draghi e il retrostante Pd indicarono i ministri uomini, scrisse: “Spesso ci siamo relegate in correnti a guida maschile. Abbiamo lasciato che fossero gli uomini a "indicarci" in ruoli di responsabilità secondari, candidate a essere "vice". E sosteneva anche che non è vero che le donne competenti trovano spazio a prescindere dalle quote, per questo servono le quote.