Assemblea costituente M5s, il Movimento è agli sgoccioli? Sfida aperta tra Grillo e Conte: ecco chi l'avrà (forse) vinta

Il M5s, fondato da Grillo e di cui Conte è leader, si appresta a cambiare pelle nell’assemblea costituente che si concluderà il 24 novembre. Dal ruolo del garante al vincolo dei due mandati: la posta in gioco è alta

di Francesco Crippa

In primo piano il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte e sullo sfondo il fondatore Beppe Grillo (Fonte immagine: La Presse) 

Politica

Assemblea costituente M5S, Conte prepara la rivoluzione del Movimento. Tutti i quesiti in discussione 

Il ruolo del presidente e quello del garante, il vincolo dei due mandati e la definizione ideologica del partito, l’ipotesi di future alleanze o la chiusura totale a nuovi accordi con altre forze. Ancora poche ore e poi sarà (probabile) rivoluzione.

Il Movimento cinque stelle si appresta a cambiare pelle nell’assemblea costituente che si concluderà il 24 novembre. Lo farà sulla base dei quesiti pubblicati nella tarda serata del 14 novembre, poche ore prima dell’inizio dei confronti aperti alla base che si chiuderanno mercoledì 20. La riflessione interna al campo pentastellato è una sfida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, tra due idee diverse del Movimento. A spuntarla, probabilmente, sarà il primo.

Meno poteri al presidente e ciao-ciao al garante

I quesiti, i cui temi erano stati anticipati nei giorni scorsi, sono 12, articolati in diversi punti. La votazione sarà a maggioranza dei votanti, eccezion fatta per alcuni punti per cui è esplicitamente chiesta la partecipazione della maggioranza assoluta degli aventi diritto. In attesa della pubblicazione del quesito numero 1, quello “sui temi”, quelli più interessanti, che potrebbero incidere di più sul nuovo assetto del partito sono i quesiti 2, 3, 7, 9 e 11.

Il numero 2 è in merito alla “figura del presidente e agli organi collegiali che lo affiancano o coadiuvano” e propone l’incompatibilità della carica con incarichi istituzionali come presidente del Consiglio, della Camera, del Senato o ministro e l’affidamento al Consiglio nazionale (e non più al presidente) della “approvazione delle alleanze territoriali”. Insomma, meno assolutismo da parte di Conte o di chi gli succederà. Il quesito 3, invece, è una minaccia diretta per Beppe Grillo. La proposta, infatti, è quella di eliminare il ruolo del garante.

In caso di vittoria del “No”, gli iscritti potranno comunque scegliere di modificarne il senso, rispondendo a tre sotto-quesiti: abrogazione dell’insindacabilità delle interpretazioni dello Statuto da parte del garante, riduzione della durata della carica da “a tempo indeterminato” a “quattro anni”, declassamento a “ruolo esclusivamente onorifico” con “funzione di natura consultiva non vincolante”.

Nome e simbolo: semplificazione della procedura di modifica

Il quesito 7 ha un forte valore simbolico, perché riguarda le “proposte relative al nome, al simbolo e al suo utilizzo”. I votanti dovranno decidere se semplificare o meno le regole statuarie per poter procedere a modifica. Il che non implica, in automatico, che poi la modifica avvenga di sicuro. Fonti interne al Movimento sostengono anzi che nome e simbolo resteranno invariati.

Si tratta, del resto, di elementi fortemente riconoscibili, che hanno acquisito un significato preciso per l’elettorato. In ogni caso, nessuna proposta di nuova denominazione è stata ancora messa sul tavolo. Qualcuno ha ipotizzato “Nova”, dal nome del processo costituente, ma la discussione è rimandata a dopo il voto.

Vincolo dei due mandati: verso l’addio al Movimento vecchia scuola

Il punto 9, insieme alla messa in discussione del ruolo del garante, è il principale tentativo di assalto alla Grillo-idea del Movimento. Il vincolo dei due mandati è l’essenza della filosofia pentastellata, almeno quella delle origini: impedire che i politici si incatenino della loro poltrona. Un concetto che ha sollevato dubbi e difficoltà e che Conte ha messo in discussione dopo il flop delle europee. Il quesito propone il superamento del vincolo. Le possibilità sono diverse: si va dalle deroghe per casi specifici al conteggio di solo quelli “portati a termine”, passando per l’innalzamento da due a tre e per l’applicazione del vincolo “limitatamente a ciascun livello istituzionale”.

Isolamento o campo largo: chi è e dove sta il Movimento?

Il quesito numero 11 sintetizza la crisi di identità il Movimento: è un partito di sinistra o una forza antisistema che, Grillo dixit, vuole aprire il Parlamento “come una scatoletta di tonno”? Gli iscritti dovranno decidere se “Non dichiarare alcun posizionamento, ritenuto riduzionista, e mantenere la storica distanza dalla destra e dalla sinistra”, oppure se dichiararsi forza “progressista”, con le seguenti specificazioni: “progressisti indipendenti”, forza “progressista” e basta, semplice forza “di sinistra”.

Direttamente legato a questo tema vi è il dodicesimo e ultimo quesito, quello sulle alleanze politiche. Due le opzioni: “Vietare ogni forma di alleanza”, che ben si sposa con l’antisistemica e populista equidistanza da destra e sinistra, e “Condizionare le alleanze ad alcuni fattori da allegare al Codice Etico”, quali: la "elaborazione di un documento che dichiari i valori e i punti programmatici non negoziabili del Movimento da far sottoscrivere alle forze politiche che intendano allearsi con il Movimento”, la “condivisione di un accordo programmatico preciso” e la “ratifica della base degli iscritti”. Gli altri quesiti riguardano l’organizzazione interna del Movimento cinque stella, o di come vorrà chiamarsi.

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