M5s caos tra terzo mandato e fondi. Senza Letta Conte guarda a De Magistris

Crippa allontana il ritorno di Di Battista: "E' fuori". Senza campo largo i pentastellati tentati dalla sinistra radicale e dall'ex sindaco di Napoli

Luigi De Magistris
Politica
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Caos M5s, Conte: "Siamo una forza progressista, il Pd scelga cosa fare"

Terzo mandato, fondi, espulsioni, alleanze. Il M5s sembra la forza poltica che esce con le ossa maggiormente rotte dalla crisi di governo. "Al di là delle formule costruite a tavolino sui giornali, frutto di incontri di vertice, c'è sempre stato un dialogo con il Pd ma non per operazioni di vertice ma dettate dalla convergenza su contenuti e programmi. Almeno per quanto ci riguarda" ha detto ieri sera Giuseppe Conte a Zona Bianca su Rete4, rivendicando che "noi siamo una forza progressista non per autodefinizione o perche' vogliamo un primato e ce lo attribuiamo: lo siamo oggettivamente", e allora "chi vuole lavorare su queste misure non può che ritrovarsi a condividere, o a confrontarsi con noi, su queste scelte". 

Crippa (M5s): "Di Battista è fuori, fino alla fine lavorato al dialogo"

"Il capo politico è Giuseppe Conte. Per quanto mi ricordi, Alessandro si è disiscritto dal M5s". Davide Crippa, capogruppo alla Camera dei pentastellati, sgombra invece il campo dalla possibilità di un ritorno di Alessandro Di Battista alla guida del suo partito. Dalle pagine del Corriere, ripercorre gli ultimi due giorni che hanno portato alla crisi di governo e dice: "Ho lavorato fino alla fine per favorire il dialogo" dice aggiungendo in un passaggio successivo: "Si doveva lavorare per star dentro e incidere nei provvedimenti in lavorazione che, stando alle dichiarazioni di Draghi, dovevano tradursi in corpose misure economico-sociali per contrastare il caro energia e sostenere il potere d'acquisto, da varare entro fine luglio". Al giornalista che gli chiede se il suo partito non sia ormai prossimo a una scissione replica: "Il dibattito e il confronto su posizioni differenti in seno ad una assemblea non deve per forza di cose tradursi in una scissione". E sul tetto del doppio mandato?. "Personalmente credo che debba essere svolta una analisi costi benefici nel disperdere patrimoni di esperienze consolidati in oltre dieci anni di militanza ed esperienza nelle istituzioni. E poi - spiega - sacrificando le figure di maggiore esperienza, rinunciando a candidarle nei collegi uninominali, si rischierebbe di cederli a mani basse a un alleato, con esperienza di lungo corso ma appartenente a un'altra forza politica". 

M5s, senza campo largo si guarda a De Magistris

Intanto, secondo Repubblica senza il Pd il M5s potrebbe guardare verso sinistra. "De Magistris, che sta lanciano l’Unione popolare con Potere al popolo e Rifondazione, sta alla finestra, osserva ed è tentato da questa strada", scrive Repubblica. "Se dopo aver chiuso con il draghismo, Conte lo facesse davvero anche con il Pd, allora sarebbe nell’ordine delle cose dialogiare e provare a trovare dei punti di contatto. I principali interlocutori del Movimento dovrebbero essere i non allineati. Lotta alle disuguaglianze, pacifismo, onestà, beni comuni e acqua pubblica: è la nostra storia, noi ci siamo", dice De Magistris come riporta Repubblica. Può nascere un movimento di sinistra del Sud.