M5s, consiglio nazionale d'urgenza. Nel pomeriggio il processo a Di Maio

Conte non vuole aspettare oltre. Verrà presa una decisione definitiva sul ministro: espulsione o sconfessione pubblica della sua linea politica

Politica
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M5s, la resa dei conti:  Di Maio adesso rischia l'espulsione

Il M5s è arrivato al punto di non ritorno. Nel pomeriggio andrà in scena il duello finale tra Conte e Di Maio. L'ex premier ha deciso di convocare d'urgenza il consiglio nazionale, dopo la bagarre sulla bozza della risoluzione che una parte del Movimento vorrebbe presentare il 21 giugno in Senato contro un nuovo invio di armi all'Ucraina. Nel primo pomeriggio - si legge su Repubblica - si terrà la riunione del consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, per discutere e decidere cosa fare il 21 giugno al Senato in occasione dell'intervento di Mario Draghi sull'Ucraina. Una risoluzione che di fatto chiederebbe lo stop all'invio delle armi a Kiev, ma che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha bollato come "pericolosa per la sicurezza nazionale".

Insomma, - prosegue Repubblica - le premesse per un scontro (definitivo) tra dimaiani e contiani nel consiglio nazionale di oggi pomeriggio ci sono tutte. E nel vertice degli stati maggiori del Movimento dovrà essere deciso se espellere Di Maio o "sconfessarlo", sottolineando che non è più espressione della linea politica del Movimento. Un modo per ribadire che il leader, unico, è Giuseppe Conte. Probabilmente il consiglio nazionale redigerà un documento in cui verrà presa una posizione definitiva che indicherà Luigi Di Maio come un ministro che non è più espressione della linea politica dei 5S al governo.

Todde, Di Maio persegue obiettivi personali

"Quale percorso vuole fare Di Maio? Questo lo dovete chiedere a lui, non sono nella sua testa. Ma se ci sono dichiarazioni così forti non supportate da fatti è evidente che sta perseguendo obiettivi personali". Lo dice la vice ministra allo Sviluppo e vicepresidente M5s Alessandra Todde a Skytg24. "Il punto non è se mettere in discussione il ruolo di Di Maio nel M5s - ha detto Todde - ma le posizioni pubbliche che sta prendendo senza alcun tipo di confronto interno", "è chiaro che queste discussioni non aiutano la dialettica all'interno del Movimento", "la sua posizione "fa impressione perché sta indebolendo e mettendo in discussione tutta la nostra comunità". 

"Non esiste una posizione di Conte e una posizione Di Maio, esiste una posizione del M5s, che ha eletto il suo presidente con una maggioranza del 94% di preferenze e si è dotato di organi interni di discussione. E' all'interno di questi organi di discussione che deve essere portata la discussione interna e evitare di andare direttamente sulla stampa. Le regole di democrazia interne vanno rispettate" prosegue la Todde. "Io trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolata una bozza vecchia che non ha niente a che fare con la base su cui stiamo discutendo. La risoluzione deve essere di maggioranza".

La replica di Di Maio

Non si è fatta attendere la replica del ministro che Affari può pubblicare integralmente. "La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati. 

Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. 
Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese. 

Nel frattempo dobbiamo rimanere uniti per vincere in Ue la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, per contrastare le speculazioni e tutelare famiglie e imprese italiane. 

Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue. 
Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave.  

Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. 
Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista. 

Ricordo innanzitutto a me stesso che abbiamo precise responsabilità: in ballo c’è il futuro dell’Italia e dell’Europa".