M5s, Conte adesso alza la posta con Draghi. Salario minimo e difesa del Rdc
Ora che la la sua leadership è stata riconosciuta, l'ex premier farà la voce grossa nell'Esecutivo. Basta compromessi al ribasso
Conte adesso alza la posta con Draghi. Salario minimo e difesa del Rdc
La guerra interna nel M5s sembra finita. L'accordo di ieri ha definito i ruoli, non sarà diarchia. Il nuovo partito verrà guidato da Giuseppe Conte, con Beppe Grillo che resterà il garante. Questa ritrovata unione tra i grillini è destinata a rappresentare un problema in più per Mario Draghi, l'ex premier infatti - si legge su Repubblica - ha tutta l’intenzione di tornare a fare la voce grossa, perlomeno quella che ci si aspetterebbe normalmente dal primo gruppo parlamentare, ad oggi composto da 161 deputati e 75 senatori. Basta compromessi al ribasso, basta vedersi smantellare uno a uno i provvedimenti bandiera portati a casa dal 2018 ad oggi, quelli dei governi guidati proprio da Conte. Il piano per i prossimi mesi è quello di portare avanti soprattutto battaglie sociali (da qui quel «dare sostanza alla voce di chi non è ascoltato da nessuno», obiettivo principale enunciato da Conte nel commentare l’accordo con Grillo), partendo ad esempio dal salario minimo.
Difendendo poi con le unghie e con i denti - prosegue Repubblica - il reddito di cittadinanza, messo nel mirino dalla coppia dei Mattei, Salvini e Renzi. Anche sul tema dei licenziamenti, quanto avvenuto in questi giorni, centinaia di persone lasciate a casa dall’oggi al domani con una mail o con Whatsapp, dà ragione alle preoccupazioni dello stesso M5s espresse nelle settimane scorse, contrario allo sblocco e uscito sconfitto nella richiesta di una ulteriore proroga del divieto per le aziende. Sanità pubblica, scuola e ambiente, infine: lungo questa rotta programmatica Conte ha intenzione di rilanciare il Movimento 2050, anche con l’obiettivo di risollevarne i destini alle prossime amministrative. Dove c’è da chiudere e anche in fretta su Milano, Torino e la Calabria.