Conte non segue Schlein e non attacca Trump e tra nel M5S scoppia un altro caso. Cresce il rischio scissione

"Giuseppi" apre a Donald. Altra brutta notizia per Schlein

Di Alberto Maggi
Politica

Comunque vada, il Pd perde un alleato. Ecco perché


La rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca rischia di accelerare l'implosione e la frattura nel Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, che ha avuto un ottimo rapporto con il presidente Usa rieletto quando era a Palazzo Chigi (il famigerato "Giuseppi") si è limitato a commentare: "Ora fermiamo le guerre", con particolare riferimento a quella in Ucraina sulla quale si sa il M5S da tempo è contrario a ulteriori armi a Kiev. Una posizione molto diversa da quella della segretaria del Pd Elly Schlein, che ha invece parlato esplicitamente di "brutta notizia".

Ma che cosa sta accadendo tra i pentastellati? Un moderato come Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, contattato da Affaritaliani.it non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma ha sposato in pieno la linea di Conte. Secondo quanto Affaritaliani.it può riferire, però, ad esempio il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri, ha una posizione più vicina a quella del Pd e quindi più critica nei confronti del ritorno al potere di Trump negli Usa.

E circa la metà dei parlamentari 5 Stelle - tra Palazzo Madama e Montecitorio - sarebbero sulle posizioni di Silvestri ovvero molto simili a quelle di Schlein. Poi l'area storicamente meno di sinistra, come Conte che ha guidato un governo con Matteo Salvini ministro dell'Interno (che rischia sei anni di galera per il caso Open Arms), non si riconosce nel classico schema democratici-repubblicani e, pragmaticamente, guarda alla possibilità che davvero Trump possa imprimere una svolta ai tanti conflitti nel mondo.

Ma l'anima più vicina a Beppe Grillo, insieme a Virginia Raggi e ad Alessandro Di Battista, potrebbe scatenare una scissione dolorosa anche sul caso delle elezioni Usa. Un nuovo movimento molto sinistra-sinistra viste soprattutto le posizioni del tycoon Usa sull'ambiente e sull'immigrazione. Ma questa non è una buona notizia per il Pd e per Schlein. Da un lato Conte si allontana ancora di più non attaccando il presidente Usa appena rieletto e dall'altro i Dem non possono certo allearsi con questa ipotetica neo-formazione che tornerebbe alle origini grilline lontanissime dai Dem. Insomma, Trump e il suo storico rapporto con "Giuseppi" accelerano la frattura nei 5 Stelle e mettono ancora più nei guai il Pd. 

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